Il gip del Tribunale di Siracusa, dopo ben 8 ore di camera di consiglio, ha convalidato i fermi dei due siracusani, bloccati dalla polizia in quanto ritenuti responsabili dell’agguato ai danni di un 50enne, Salvatore Di Fede, centrato martedì scorso alle gambe da alcuni colpi di pistola.
Indagati in carcere
Giovanni Merlino, 38 anni, e Giuseppe Ferrazzano, 40 anni, assistititi rispettivamente dagli avvocati Matilde Lipari ed Ezechia Paolo Reale, al termine dell’udienza, tenutasi al palazzo di giustizia di Siracusa, sono tornati in carcere.
La versione di Merlino
Secondo quanto emerso nelle indagini della polizia a sparare sarebbe stato Merlino, il quale, nel corso della sua deposizione, avrebbe spiegato le ragioni che lo hanno indotto a premere il grilletto ai danni del 50enne che ha una relazione con la sua ex compagna.
Al centro dei contrasti non ci sarebbe la gelosia ma i soldi legati al mantenimento della figlia avuta da Merlino con quella donna. In sostanza, l’indagato avrebbe sostenuto che la quota di denaro da lui versata, sarebbe stata spesa dalla ex compagna e dal 49enne in altro modo, penalizzando, pesantemente, la figlia. Esasperato per le privazioni della ragazzina avrebbe deciso di dargli una lezione.
La difesa del secondo indagato
L’altro fermato, Giuseppe Ferrazzano, stando a quanto prospettato dagli agenti della Squadra mobile, al comando del dirigente, Gabriele Presti, sarebbe stato al volante della macchina con cui lui e Merlino si sarebbero recati in via Grottasanta per cercare Salvatore Di Fede. Ferrazzano, però, avrebbe specificato che non sarebbe stato a conoscenza delle intenzioni di Merlino.
La sequenza dei filmati
Dalle immagini delle telecamere di sicurezza della zona è stato possibile per gli inquirenti, al comando del dirigente Gabriele Presti, conoscere quella drammatica sequenza nei dettagli. “L’aggressore, pistola in mano, dopo essere sceso da un’autovettura, quasi in movimento, guidata da un complice, dopo essersi avvicinato alla vittima lo attingeva da dietro con due colpi di pistola alle gambe facendolo cadere rovinosamente per terra. Avvicinatosi ulteriormente alla vittima, gli esplodeva contro altri quattro colpi d’arma da fuoco e, con arrogante calma, raggiungeva, pistola in mano, il complice che lo attendeva in macchina”.
Il ferito era ricercato dalla polizia
L’uomo era ricercato dalle forze dell’ordine per via di un aggravamento della misura cautelare a causa di alcune evasioni e per questo è stato arrestato dagli agenti della Squadra mobile, che lo piantonano nella stanza di un reparto dell’Umberto I dove al momento si trova.
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