Furto nella chiesa di Grottasanta, nella zona nord di Siracusa, dove dei ladri hanno danneggiato il tabernacolo per impossessarsi del pisside in oro. Dentro c’erano le ostie consacrate, come emerso nel corso dei controlli della polizia, avvertita dal parroco della chiesa.

Le indagini

E’ stato lui stesso ad accorgersi del danno ed a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine che hanno avviato le indagini. Il punto è se si è trattato di un furto, finalizzato alla rivendita nel mercato nero di quel contenitore di oro, magari da piazzare a qualche commerciante di preziosi che naviga nell’illegalità.

L’ombra del satanismo

Questa è una ipotesi ma ce ne è un’altra, che filtra da ambienti religiosi, per cui potrebbe anche trattarsi di un episodio commesso o commissionato da persone legate alle messe nere ed ai riti satanici durante le quali si usano le ostie consacrate.

Il mercato nero delle ostie

Secondo le stesse fonti religiose, ci sono delle persone che si recano in chiesa in occasione di una messa per poi mettersi in in fila per la comunione. Una volta ricevuta l’ostia consacrata, fingono di ingerirla per conservarla in tasca allo scopo di  usarle per funzioni sataniche. Come emerso in una inchiesta nel Trevigiano, in Veneto, esisterebbe un vero e proprio mercato delle ostie consacrate, il cui prezzo può andare dai 50 ai 150 euro ciascuna.

L’analisi della Chiesa

Del fenomeno, la Chiesa è perfettamente a conoscenza e nei mesi scorsi si è dibattuto di satanismo a Tv2000  con Don Aldo Bonaiuto, responsabile del servizio Antisette della Comunità Papa Giovanni XXIII.

Fenomeno cresciuto con la pandemia

“Tutte le sette sono contro l’uomo, intendono essere esclusive, si rinchiudono dentro un loro mondo. – ha spiegato don Aldo – Per questo possiamo definirle tutte diaboliche, perché diavolo significa separatore. Sono diaboliche perché separano una persona dal mondo, dalla famiglia, dagli amici, dal coniuge”. A quanto pare, il fenomeno, cioè la diffusione delle sette sataniche, è cresciuto dopo la pandemia, attecchendo tra i più fragili.