Ha detto agli agenti della Squadra mobile di aver sparato un colpo di pistola al vicino di casa, un ambulante, per proteggere i suoi figli dalla droga. E’ quanto ha svelato nel corso del suo interrogatorio Danilo Rugani, il 38enne operaio siracusano, arrestato per aver gambizzato sabato scorsa la vittima nell’androne della palazzina in via Ramacca, nella zona di viale Santa Panagia, area nord di Siracusa, poco dopo il suo rientro a casa, al termine della giornata di lavoro del commerciante. “Tu sai perché, questo è per i miei figli” : è quanto Rugani ha detto prima di premere il grilletto.

La ricostruzione

L’ambulante, con precedenti penali, venne arrestato il 26 giugno dello scorso anno per detenzione di sostanze stupefacenti per fini di spaccio ed in quell’occasione le forze dell’ordine trovarono nell’appartamento dove scattò il blitz  antidroga il figlio di Daniele Rugani, un ragazzino di 14 anni. Temendo che il minorenne potesse finire impigliato negli ambienti degli stupefacenti, l’operaio avrebbe pensato di dare un segnale al suo vicino di casa, per cui avrebbe pensato di procurarsi un’arma, una pistola, calibro 380, ideando un piano per gambizzarlo. Secondo quanto ricostruito dagli agenti della Squadra mobile, al comando del dirigente Gabriele Presti, Rugani, prima di sparare ha chiamato per nome la vittima ed a quel punto ha fatto fuoco, per poi scappare in sella ad uno scooter, Honda Sh. Avrebbe indossato un cappellino, una tuta di colore scuro ed uno smanicato, come emerso dalle immagini delle telecamere di sicurezza estrapolate dalla polizia per rintracciare ed identificare il responsabile.

La svolta

Gli agenti di polizia, dopo qualche interrogatorio, hanno indirizzato le attenzioni su Danilo Rugani che, frattanto, aveva lasciato lo scooter dalla sorella, come da lui stesso ammesso nel corso del suo primo interrogatorio. Ed in effetti,  il ciclomotore è stato trovato dagli inquirenti ,che hanno poi eseguito un tampon kit sullo stesso mezzo e sugli indumenti del trentottenne. Nei minuti successivi, davanti al pm, ha confessato la sua aggressione, spiegando di aver gettato la pistola in mare, nelle acque della Baia di Santa Panagia. L’arresto, difeso dall’avvocato Junio Celesti, è ai domiciliari, nell’appartamento di un parente, ed è accusato di lesioni aggravate e detenzione di armi.

 

 

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