Ritiene che il gesto della sua cliente, una donna tunisina che la settimana scorsa ha lanciato dal balcone di casa le sue due figlie per poi gettarsi anch’essa nel vuoto, sia frutto di “pressioni psicologiche ai suoi danni”.

La memoria difensiva della difesa

E’ la posizione della difesa della nordafricana, assistita dall’avvocato Coletta Dinaro, che ha già depositato delle memorie sia alla Procura di Siracusa, titolare del fascicolo di inchiesta sull’episodio accaduto a Francofonte,  sia alla Procura dei minori di Catania, per via del coinvolgimento in questa drammatica storia delle due piccole, le quali, per fortuna, non sono in pericolo di vita.  Il difensore della donna, nei confronti della quale non è stata adottata alcuna misura, sostiene che le condizioni fisiche della sua assistita sono gravi: “sarà sottoposta ad un intervento delicato al braccio”, inoltre, “sta molto male sotto l’aspetto psicologico”.

L’isolamento della donna

Il difensore, per tratteggiare meglio il quadro sul conto della sua cliente assicura che “non parla bene l’italiano”, nonostante il matrimonio con il marito, un franconfontese, risalente al 2019, “ma sono riuscita a comprendere il vissuto della donna grazie alla testimonianza della sorella” che, sostanzialmente, ha raccontato di un complicatissimo inserimento della parente nella famiglia del marito.

“Nei suoi confronti – asserisce il legale della donna – vi sono state gravi mancanze di rispetto e pressioni” che, nella tesi della difesa, l’avrebbero isolata, al punto da crearle, con il passare del tempo, malesseri di carattere psichico”.

Nella ricostruzione della famiglia del marito, come riportato la settimana scorsa da BlogSicilia, non vi sarebbero stati maltrattamenti e la donna aveva manifestato l’intenzione di tornare nel suo paese di origine.

Le ore precedenti al drammatico gesto

L’avvocato della donna sostiene anche che, nelle ore precedenti al drammatico gesto, si sarebbe rivolta alle forze dell’ordine “per il collocamento in casa famiglia, per via di un precedente”, invece si sarebbe deciso di “invitare il marito ad allontanarsi dall’appartamento dove sono rimaste la mia cliente, le piccole e le zie del marito”.  Insomma, “la storia è più complessa di quanto si possa immaginare. La comunità tunisina, inoltre, è molto spazientita per come è stata rappresentata la vicenda ed ha solidarizzato con la donna, che, comunque, non intende rinunciare alle figlie”.