“Non esistono risorse elevate o risorse scarse, esistono risorse adeguate rispetto agli obiettivi che ci poniamo”. Lo ha detto a Siracusa il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nel corso del convegno sul futuro della giustizia organizzato dal Consiglio nazionale forense rispondendo ad una domanda sull’adeguatezza delle risorse in seno alla giustizia per garantire un giusto processo
La carica dei magistrati
“A questo punto – ha detto Nordio- dobbiamo domandarci se il numero di 10.500 magistrati che avremo alla fine del 2026 per la prima volta nella storia della repubblica italiana è sufficiente per i fini che ci proponiamo. Nessuno ha mai fatto un calcolo che spieghi ad esempio quanto processi civili esistono in Italia e quanto tempo impiega mediamente un magistrato per risolvere una questione civile. In base a questi parametri possiamo capire quanti magistrati servono e se i numeri non tornano saremo di fronte a due opzioni: o aumentiamo il budget o diminuiamo il target. Cioè, o aumentiamo il numero dei magistrati o diminuiamo i contenziosi .Perché se non adattiamo questo sistema, facendo una metafora, non potremo mai preparare una torta di un kg con sole due uova”.
Cassano, “10500 pm e giudici sufficienti”
“Non ci sono le condizioni per aumentare il numero dei magistrati: 10500 magistrati sono sufficienti se cambiano alcune precondizioni”. ha detto Margherita Cassano, prima Presidente della Corte Suprema di Cassazione, anche lei a a Siracusa all’incontro organizzato dal Consiglio nazionale. “In sede civile, ci deve essere la consapevolezza che non esiste solo l’accesso alla giustizia tradizionalmente intesa. Pensiamo al tema della mediazione, gestita dall’avvocato o demandata dal giudice. In campo penale, le riforme del 2022 sono finalizzate a far uscire dal procedimento per le questioni di minore offensività, grazie allo svolgimento di lavori di pubblica utilità o azioni risarcitorie che fanno maturare la consapevolezza nel trasgressore e dall’altro favoriscono forme di sanzioni adeguate che non siano ancorate alla tradizionale distinzione reclusione, multa arresto e ammenda”. Infine in merito all’attività dei magistrati onorari ha aggiunto: “Ritengo ci sia un’omessa vigilanza dei Presidenti dei Tribunali sull’operato dei magistrati onorari”.
No a scontri tra politici e magistrati
“Non penso che ci sia una guerra e non ci deve essere una contrapposizione”. ha aggiunto la presidente della Corte Suprema di Cassazione in merito agli scontri tra magistratura e politica sul tema delle riforme della giustizia.”Più volte – ha detto Cassano- il capo dello Stato ci ha richiamato al dovere che incombe su ciascuno di noi di recuperare una capacità di dialogo, di ascolto e di rispetto reciproco perché soltanto così lo Stato si porge in maniera unitaria nei confronti della collettività che ha bisogno di avere fiducia in tutte le sue istituzioni compresa la magistratura. Abbiamo bisogno di recuperare uno sguardo ampio e scientificamente adeguato”.






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