Il sequestro del depuratore Ias di Priolo, al centro dell’inchiesta per disastro ambientale della Procura di Siracusa, ha certamente posto il tema della gestione dello stesso impianto.
Il futuro dell’Ias
Al punto che tra le ipotesi, tutt’altro che campata in aria, c’è quella che prevede di spacchettare le competenze: usare l’Ias solo per il trattamento dei reflui civili dei Comuni industriali mentre, in merito ai fanghi delle imprese del Petrolchimico, le stesse aziende provvederebbero personalmente con impianti di propria fabbricazione.
Le inchieste ed il fallimento della gestione dell’impianto
Dal 1984, anno in cui la struttura è entrata in funzione si sono susseguite diverse inchieste, tutte quanto concentrate sul presunto smaltimento illecito dei reflui, civili ed industriali. E proprio ieri, su BlogSicilia, l’ex presidente dell’Ias, Pippo Ansaldi, che nel 1998 denunciò ai magistrati delle anomalie, finite poi in processo poi falciato dalla prescrizione, ha sostenuto l’esigenza di cambiare sistema, con la politica che dovrebbe fare un passo indietro.
Sulla vicenda, abbiamo sentito il sindaco di Priolo, Pippo Gianni, uno dei protagonisti negli ultimi 30 anni, delle politiche attorno al Petrolchimico di Priolo.
E’ giusto che la politica faccia un passo indietro sull’Ias?
La politica faccia un passo indietro? E’ un’argomentazione che non mi piace anche perché bisogna scontrarsi con la realtà. Chi deve provvedere alle nomine? Tanto per fare un esempio. Quale è l’alternativa? I concorsi? Facciamo pure qui i concorsi?
Eppure, dal 1984 si sono susseguite inchieste sull’Ias
Guardi, le responsabilità sono sempre personali. Per quanto riguarda me, la mia storia di amministratore è segnata dalle battaglie per il piano di risanamento ambientale
Insomma, di chi sono le responsabilità?
Ci sono leggi abbastanza equivoche: ad esempio, se prima una sostanza viene dichiarata tossica o nociva successivamente interviene una norma che modifica i parametri e la rende “legale”. Ecco, questo non è un modo serio per affrontare la questione ambientale.
E poi, non c’è altro?
Non ci sono persone, anche tra gli amministratori pubblici, che fanno della serietà la loro cifra politica. Torno sul piano di risanamento ambientale: nessuno si è interessato, non ricordo di avere avuto supporti o sostegni. Anzi, sono stato al centro di attacchi solo perché cercavo di spingere verso le bonifiche delle aree industriali che avrebbero portato lavoro ed investimenti.
Non crede che il controllo sull’Ias sia stato deficitario?
Ognuno risponde per le proprie competenze: l’Ias ha una gestione politica? No di certo. La gestione è mista tra pubblico e privato, con il primo che dovrebbe controllare il secondo. Per quanto mi riguarda, io ho sempre fatto lotte a tutela dell’ambiente ma ho preso calci in bocca..
Ma il suo Comune è tra i soci dell’Ias…
Il Comune di Priolo ha un peso specifico limitato: dispone di una compartecipazione pari al 2,5%, per cui mi sembra di tutta evidenza che non può decidere nulla.
Come è possibile uscirne?
Da quello che avverto, ma non è una mia ipotesi, il futuro è che il depuratore Ias si occupi del trattamento dei reflui civili, tra cui Augusta e Siracusa, oltre a Priolo e Melilli. In merito alle aziende del Petrolchimico, ci penseranno loro a realizzarne uno per lo smaltimento dei loro fanghi.
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