Se ci fosse una classifica sull’impiantistica sportiva, Siracusa navigherebbe nelle ultime posizioni. La prova sta nelle condizioni delle due strutture più importanti della città: la piscina comunale, la Paolo Caldarella dove gioca l’Ortigia di pallanuoto che milita nel massimo campionato di serie A maschile, e lo stadio Nicola De Simone, la “casa” del Siracusa calcio, sprofondato nel campionato di Eccellenza.

La piscina e lo stadio

Se la prima è impraticabile per i giocatori, e per le decine di persone, tra cui tantissimi giovani che fanno nuoto, a causa dell’acqua gelida, per via della rottura delle caldaie, diventata anche sporca, in ragione del danno ai filtri, la tribuna dello stadio, nella gara di domenica scorsa, è stata chiusa per motivi di sicurezza.

Danni alla pensilina del De Simone

Il problema è stato nel danno ad una pannello della pensilina, volata via sotto i colpi delle folate di vento di due settimane fa, per cui la Commissione di vigilanza dei pubblici spettacoli ha deciso di inibire la tribuna ai tifosi che si sono accomodati nella tribuna laterale ed in curva mentre resta inaccessibile, già da anni, la gradinata, intitolata a Pippo Imbesi, uno dei presidenti del Siracusa più amati.

Comune proprietario dell’impianto

Il Comune di Siracusa, proprietario del De Simone, deve provvedere al problema della pensilina della tribuna centrale ma il rischio è che non si arriverà in tempo per la partita di domenica contro la Leonzio. Peraltro, oggi Siracusa si ferma per rendere omaggio alla propria patrona, Santa Lucia. Ci sarà la sosta per le festività natalizie, poi si riprenderà a gennaio. Sarebbe un danno per la società azzurra non poter disporre della tribuna per il derby ma, in generale, le condizioni del De Simone sono pessime e se si somma la situazione alla Paolo Caldarella, appare evidente che lo stato di salute dell’impiantistica sportiva siracusana è da coma.