- Esposto in Procura delle associazioni ambientaliste
- Al centro della denuncia la catena di incendi dolosi nel Siracusano
- Sollevate responsabilità di chi non ha protetto le aree naturalistiche
Le associazioni ambientaliste hanno presentato un esposto alla Procura di Siracusa in merito alla catena di incendi che hanno funestato il territorio siracusano.
I danni all’ambiente
Tanti i danni subiti in alcune zone naturalistiche, tra cui Cavagrande del Cassibile, la Valle dell’Anapo, e Vendicari ma secondo il Movimento Mai, movimento antincendio Ibleo, l’associazione Acquanuvena, Legambiente Siracusa, Notoambiente, l’Archeoclub d’Italia di Noto, il CAI di Siracusa, Natura Sicula e BC Sicilia questi episodi non sono frutti del caso quanto da un preciso disegno.
I sospetti
Nell’esposto, però, ci sono altri elementi, tra cui il sospetto che chi avrebbe dovuto provvedere a proteggere questi luoghi abbia fatto poco o nulla.
“A seguito dell’enorme quantità di territorio agroforestale – spiegano le associazioni nel loro esposto – distrutto e della conseguente perdita della biodiversità caratteristica dell’area iblea, siamo fermamente convinti che le indagini non debbano limitarsi all’individuazione dei responsabili diretti di questi crimini, ma anche di tutti coloro che, pur avendone le responsabilità istituzionali, non hanno attivato le misure preventive che ne avrebbero certamente limitato i danni”.
“Roghi dall’interno delle Riserve”
Per le associazioni, l’aspetto più grave di questa vicenda è la circostanza che i roghi si siano originati dall’interno delle zone naturalistiche.
“Crediamo importante sottolineare infatti, ai fini delle indagini, che gli incendi di Vendicari, Cava Grande del Cassibile, Val d’Anapo –Pantalica, sono partiti dall’interno delle dette Riserva naturali.I reati dunque che denunciamo non riguardano solo il mancato rispetto delle leggi esistenti, bensì anche la distruzione di ricchezze che sono patrimonio della comunità locale e della umanità intera”.
“Per questo motivo chiediamo quindi che vengano svolte delle inchieste serie e veloci necessarie sia per individuare i colpevoli che per creare un deterrente verso coloro che si ostinano ad appiccare incendi” concludono le associazioni.
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