Dubbi, e non pochi, sulle procedure intraprese dal Governo regionale per la realizzazione di due inceneritori. A sollevarli è il deputato regionale del Pd, Tiziano Spada, che ha presentato una interrogazione al presidente della Regione e all’assessore per l’Energia e i Servizi di pubblica utilità.

Quantità dei rifiuti da incenerire

Il primo punto riguarda la definizione del “quantitativo di rifiuti da incenerire, per determinare i due sovrambiti, per localizzare gli impianti ed il rispetto normative vigenti e le indicazioni del piano regionale dei rifiuti”.

Inoltre, nell’interrogazione Spada chiede al Governo di chiarire “quale sia la proiezione fatta dal Governo al fine di rispettare la scadenza del 2035 per il calcolo dei rifiuti non soggetti ad operazione di recupero di materia; quale sia il punto di equilibrio economico, calcolato come costo di conferimento all’ingresso dell’impianto, per un impianto di incenerimento che produca solo energia elettrica come nelle circostanze climatiche tipiche della regione mediterranea e quale sia di conseguenza il riverbero in materia di tariffa a carico dei cittadini”.

L’aspetto ambientale ed i ristori

Il parlamentare del Pd chiede anche che siano resi noti i dati legati alle emissioni degli inceneritori ed i “possibili bersagli in termini di animali e persone”, ed ancora “quali ristori spetterebbero al soggetto proponente nel caso di ricorso al project financing per un inceneritore con recupero di energia detto comunemente termovalorizzatore o termoutilizzatore, ove la quantità di rifiuti mandati alla distruzione termica non fosse più quella di progetto; quali accordi abbia preso l’amministrazione con gli specifici consorzi per il recupero materia”.

Il caso dell’indifferenziata alta

Un altro elemento chiave perché gli inceneritori possano incidere nella gestione ottimale dei rifiuti è quello dell’indifferenziata, che resta molto elevata, basta volgere lo sguardo alla discarica di Lentini, ormai satura, ma sui continuano ad arrivare montagne di rifiuti da oltre 150 Comuni della Sicilia orientale. In effetti, lo stesso assessore regionale per l’Energia e per i Servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro, ha evidenziato “un fatto abbastanza strano”, e cioè che “aumenta la differenziata ma in realtà l’indifferenziata resta la stessa” .

Lo studio con l’Università di Palermo

Considerato che gli inceneritori non sono dei falò dove poter conferire di tutto, il deputato regionale del Pd precisa che “è stato siglato un accordo con l’Università di Palermo per individuare i flussi del conferimento –  si legge nella risposta all’interrogazione del deputato Tiziano Spada – stabilire la percentuale e di conseguenza quello che serve alla Sicilia. Da lì scaturiscono non solo i numeri dei termovalorizzatori ma anche la quantità di prodotto che devono assorbire”