“Rimane ancora irrisolto il problema dello scarico nel Porto Grande del refluo che proviene dall’impianto di  depurazione di Siracusa che crea questa situazione di inquinamento”.

Così Legambiente onlus dopo i dati sullo stato di salute delle acque del Porto Grande di Siracusa dove, da anni, confluiscono i reflui depurati dall’impianto di contrada Canalicchio, peraltro, al centro negli anni scorsi, di inchieste sul suo reale funzionamento.

Il caso dei reflui

La vicenda solleva, però, la questione se davvero il depuratore assolva alla sua funzione, cioè di ripulire i reflui. “Per quanto si possano trattare i reflui – spiega a BlogSicilia un ambientalista siracusano – e renderli compatibili con le norme a tutela dell’ambiente – non saranno mai acqua pulita, per cui se finiscono in mare, in particolare nel porto Grande, è inevitabile che l’acqua non sarà mai cristallina, insomma mai ottimale per fare un bagno”.

La gestione del depuratore e gli scandali giudiziari

Negli anni si sono avvicendate diverse società, che gestivano la rete idrica in modalità mista, cioè con partecipazione pubblica, al 51 per cento, e privata: la prima è stata la Sogeas, poi la Sai 8, finita in un filone parallelo dell’inchiesta Sistema Siracusa per via del coinvolgimento dell’avvocato Piero Amara e poi fallita, ed infine la Siam, che ha un contratto a tempo, in attesa che l’Ato idrico avvii la gara d’appalto per la gestione dell’intero servizio su scala provinciale, come deciso dall’Assemblea dei sindaci.

Legare il depuratore con l’Ias

In tutto questo tempo, però, non si è mai portato a termine un progetto in grado di evitare l’inquinamento del Porto Grande. “Si è sempre discusso – riferisce l’ambientalista siracusano – dell’opportunità di convogliare i reflui depurati nell’impianto Ias di Priolo, attraverso una serie di condotte. Sarebbe una soluzione ottimale, che garantirebbe la salute del mare del Porto Grande”.

Il sequestro dell’Ias

Ma l’Ias è, però, sotto sequestro giudiziario a seguito dell’inchiesta della Procura di Siracusa per disastro ambientale a causa, secondo la tesi dei magistrati, dello scarico a mare di parte dei fanghi provenienti dagli stabilimenti del Petrolchimico di Priolo.

“Certo – prosegue l’ambientalista – ma i reflui di Siracusa sarebbero già depurati, mica parliamo delle sostanze inquinanti provenienti dalla zona industriale”.

L’altra soluzione meno fattibile

L’altra soluzione, meno praticabile, sarebbe di realizzare un collettore, in prossimità del Porto per dirottare i reflui depurati verso il mare aperto ma poi potrebbero sorgere due ordini di problemi: i vincoli paesaggistici da un lato e la presenza dell’Area marina protetta del Plemmirio dall’altro.