I reflui civili, provenienti dai Comuni, e quelli industriali, arrivano mischiati nel depuratore Ias di Priolo. E’ uno dei quesiti ai cui i funzionari dell’impianto hanno risposto nel corso del sopralluogo nella struttura, sotto sequestro dal giugno scorso a seguito dell’inchiesta per disastro ambientale della Procura di Siracusa.

L’incidente probatorio

In corso, c’è l’incidente probatorio al termine del quale, anche se le operazioni dureranno mesi, i consulenti del gip del Tribunale di Siracusa dovranno stabilire se la struttura è in grado di trattare i reflui civili ed in fanghi della aziende della zona industriale senza pregiudicare l’ambiente.

Nelle settimane scorse, l’amministratore giudiziario del depuratore Ias di Priolo Antonio Mariolo, in una lettera inviata alle aziende del Petrolchimico, alla Regione, al Tribunale di Siracusa ed al Comune di Priolo, ha intimato di “avviare le operazioni di interruzione dei conferimenti” nell’impianto. Il depuratore è ancora in funzione, del resto, come spiegato già dai vertici di Isab Lukoil non si possono fermare gli impianti da un momento all’altro.

Sopralluogo nella raffineria Sonatrach

Durante il sopralluogo nell’impianto, avvenuto due giorni fa mentre ieri i periti si sono recati nella raffineria Sonatrach, i funzionari dell’Ias hanno precisato che durante il percorso dei fanghi attraverso le condotte, esistono dei misuratori di flusso per stabilirne la quantità introdotta da ciascuna azienda del Petrolchimico che conferisce nell’impianto di Priolo.

Sotto osservazione le vasche di trattamento

Il passaggio fondamentale sarà il funzionamento delle singole vasche di trattamento, in particolare quella centrale dove va abbattuto il carico inquinante proveniente soprattutto della imprese del Petrolchimico. Ed è proprio questo il nodo dell’inchiesta della Procura di Siracusa sul depuratore, il cui futuro dipende dal Governo e dalla sua decisione di adottare una norma Salva Ias.

Attesa per il salva Ias

In un decreto del 28 dicembre scorso, l’esecutivo Meloni, in riferimento alle “Misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale” ha blindato l’ex Ilva di Taranto ma non si fa cenno, in modo specifico al depuratore di Priolo.

Secondo l’ex parlamentare nazionale di Forza Italia, Stefania Prestigiacomo, servirà un Dpcm per far rientrare l’impianto tra le priorità nazionali, come l’Ilva. Il tempo corre, il provvedimento del Governo andrebbe sottoscritto prima che le aziende spengano tutti gli interruttori dopo essere state sollecitate a farlo dall’amministratore giudiziario, lo stesso che ha chiesto ed ottenuto dalla Regione, proprietaria del depuratore, di stoppare i finanziamenti per l’ammodernamento della struttura, temendo che la perizia dei consulenti possa mettere una pietra tombale sul suo uso.