I giudici della corte d’assise di Pisa sono in camera di consiglio per emettere la sentenza del processo per la morte di Emanuele Scieri, il 26enne parà della Folgore, trovato morto in circostanze controverse nella caserma Gamerra di Pisa il 16 agosto 1999. Imputati sono gli ex caporali della Folgore Alessandro Panella e Luigi Zabara, accusati di omicidio volontario in concorso.

Per loro l’accusa ha confermato anche stamani la richiesta di 24 anni per Panella e di 21 anni per Zabara. La difesa dei due imputati ha invece chiesto l’assoluzione. L’udienza odierna dopo che il 14 giugno scorso la corte d’assise non aveva emesso sentenza nonostante circa sei ore di camera di consiglio, decidendo di fissare una nuova udienza, quella di oggi, per ascoltare tre testimoni, tre donne che erano indicate nella lista testi del pm. La sentenza è attesa non prima delle 16.

Chi sono gli imputati

I due imputati sono ex commilitoni della vittima: si sono sempre dichiarati innocenti. Un terzo militare, Andrea Antico, è stato assolto in primo grado con il rito abbreviato ed è in attesa della fissazione del processo di appello. Per l’accusa tutti e tre avrebbero percosso Scieri facendolo cadere dalla torretta di asciugatura dei paracaduti, procurandogli così la morte e nascondendo il suo corpo, da qui la contestazione di omicidio volontario in concorso.

Il movente per la Procura

Per la procura di Pisa, il decesso della vittima sarebbe riconducibile ad un atto di nonnismo finito in tragedia e la catena di comando della Folgore, sempre secondo la ricostruzione della Procura, sarebbe stata al corrente di tutto.

Per anni, dal 1999, attorno alla vicenda del parà siracusano c’è sempre stata una misteriosa nube, la svolta è arrivata negli anni scorsi dopo l’istruttoria della Commissione parlamentare d’inchiesta, voluta dall’allora deputata nazionale del Pd, Sofia Amoddio, che ha creduto alla tesi della famiglia della vittima, la madre Isabella Guarino ed il fratello Francesco Scieri (difesi dagli avvocati Alessandra Furnari e Ivan Albo), per i quali Emanuele è stato ucciso perché si era ribellato ad un atto di nonnismo.

Tre assoluzioni

Nell’udienza preliminare dei mesi scorsi, lo stesso gup che ha rinviato a giudizio i 2 ex caporali, ha, invece, disposto il non luogo a procedere per altri imputati, processati con il rito abbreviato.

Per il  sottufficiale dell’esercito Andrea Antico, accusato di omicidio volontario aggravato, è stata emessa una sentenza di assoluzione per non avere commesso il fatto, il fatto non sussiste, invece, per gli ex ufficiali della Folgore, Enrico Celentano e Salvatore Romondia.

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