Fiori, messaggi e lumini all’ingresso della scuola frequentata da Giovanni Lo Pilo, il 18enne di Pedagaggi vittima di un tragico incidente mortale avvenuto nella tarda serata di venerdì sulla Francofonte-Pedagaggi. I compagni del ragazzo, in processione, ogni giorno si recano nella loro scuola, il liceo Vittorini-Gorgia, per lasciare un ricordo. “Non è un addio ma soltanto un arrivederci” è scritto su uno striscione, appeso sul cancello dell’istituto scolastico.
Domani sarà eseguita l’autopsia sul corpo senza vita del diciottenne, come disposto dalla Procura di Siracusa, che ha aperto una inchiesta per omicidio stradale: secondo una prima ricostruzione, la vittima avrebbe accettato un passaggio in macchina di un 45enne, originario della Polonia, che avrebbe incontrato poco prima in un locale. Il conducente, per cause al vaglio della Polizia municipale, ha perso il controllo del veicolo, una Alfa Romeo 147, finita in un canale.
Per Giovanni Lo Pilo non c’è stato nulla da fare mentre il 45enne polacco è ancora ricoverato a Catania. Per lui si profila un’iscrizione nel registro degli indagati, intanto come atto dovuto, poi si svolgeranno gli accertamenti per svelare se ha delle responsabilità nell’incidente che ha provocato la morte di Giovanni Lo Pilo.
Innanzitutto, servirà comprendere se la velocità ha avuto un ruolo determinante, l’altro lato da chiarire è se il polacco ha assunto delle sostanze, alcoliche o psicotrope, prima di mettersi alla guida, tali da fargli perdere la lucidità. Elementi che saranno esaminati con cura dagli inquirenti, l’autopsia, comunque, potrebbe dare un contributo alle indagini, coordinate dai magistrati della Procura di Siracusa.
Frattanto, nei giorni scorsi il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Siracusa, Francesco Alligo, ha emesso una sentenza di condanna per omicidio stradale nei confronti di un ventunenne. Simone Bandiera, siracusano, al termine del processo in primo grado che si è celebrato con il rito abbreviato al palazzo di giustizia di Siracusa ha rimediato una pena pari ad un anno ed 8 mesi di reclusione “già ridotta per il rito oltre al pagamento delle spese processuali” si legge nel provvedimento del giudice che ha concesso all’imputato “il beneficio della sospensione condizionale della pena”.
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