Le Fiamme gialle della Compagnia di Augusta hanno svolto un controllo in un cantiere edile sito nel centro storico della città megarese durante il quale è stato scoperto un lavoratore “in nero”, per il quale non era stata comunicata
l’assunzione al Centro dell’impiego.

Lavoro nero

Sono stati inoltre individuati due dipendenti privi dell’apposito casco di protezione, di cui è obbligatorio l’uso: entrambi, pertanto, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Siracusa, unitamente al datore di lavoro, per le conseguenti contravvenzioni in materia di sicurezza sul lavoro previste dal Decreto Legislativo 81/2008.

Il controllo a Lentini

I finanzieri della Tenenza di Lentini, invece, durante un controllo  hanno scoperto un panificio gestito in totale spregio alle norme contributive e previdenziali. È emerso, infatti, che l’attività commerciale controllata impiegava due lavoratori “in nero”, i quali, tra l’altro, percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza, unitamente al datore di lavoro. I tre, pertanto, sono stati segnalati all’I.N.P.S. per la decadenza del beneficio ed all’Autorità Giudiziaria per l’indebita percezione dello stesso. In relazione alle violazioni riscontrate, i titolari delle imprese oggetto di controllo sono stati segnalati all’Ispettorato territoriale del lavoro (per la cosiddetta “maxisanzione”) e per la regolarizzazione dei rapporti lavorativi. Nel primo caso, è stata proposta ed applicata la sospensione dell’attività, in quanto la forza lavoro irregolare superava il 10% del personale impiegato.

“L’attività eseguita testimonia – si legge nel comunicato della Finanza –  la costante attenzione riservata dalla Guardia di Finanza sia al fenomeno del “lavoro nero” che costituisce piaga per l’intero sistema economico perché sottrae risorse all’erario, mina gli interessi dei lavoratori, spesso sfruttati, e consente una competizione sleale con le imprese oneste, sia nei confronti dell’indebito accesso alle prestazioni assistenziali ed a misure di sostegno al reddito, che genera iniquità e mina la coesione sociale”