“La maestra spiegava con la telecamera spenta, senza riuscire ad accenderla”. E’ il racconto di una coppia di genitori di Siracusa il cui figlio frequenta la seconda elementare e come tutti gli alunni della città partecipa alle lezioni in Dad a seguito dell’ordinanza del sindaco di sospendere le attività didattiche in presenza fino al 19 gennaio.

“I bambini non potevano seguire”

“La maestra ha svolto tutta le lezione in questo modo, peraltro – raccontano a BlogSicilia i genitori – la stessa insegnante, rivolgendosi  ai bambini, ha provato a spiegare in che modo piegare un foglio. Una situazione abbastanza surreale, gli alunni, compreso nostro figlio, non sono riusciti, naturalmente, a seguire le sue indicazioni per la semplice ragione che non vedevano cosa facesse”.

Un altro caso a Siracusa

Ci sono altre storie legate alla Didattica a distanza, come quella che ha interessato  alcuni studenti dell’Istituto tecnico industriale Enrico Fermi di Siracusa risultati positivi al Covid19.  La decisione di non consentirgli di partecipare alle lezioni in Dad, adottata dal dirigente scolastico, Antonio Ferrarini, ha scatenato le proteste di diversi genitori.

La protesta dei genitori

“Mio figlio – racconta Sebastiano Bongiovanni, dirigente di Riva Destra – è positivo ma asintomatico e gli è stato vietato di seguire le lezioni in Dad. Una situazione che ha interessato altri ragazzi dello stesso istituto che sono nelle stesse condizioni. Siamo alla follia pura, denuncio questa decisione scellerata che sta danneggiando i nostri ragazzi. Questa pandemia ha tolto loro due anni di vita, se poi aggiungiamo questo gli abbiamo dato il colpo di grazia”.

“Diritto alla salute inalienabile” replica il preside

“Il diritto alla tutela della salute è inalienabile” spiega il dirigente scolastico Antonio Ferrarini che argomenta la sua decisione.

“Potrei mai interrogare una persona malata? Se uno studente risulta malato non è nelle condizioni di poter svolgere attività didattica. Del resto, nello Stato italiano non è ammesso che persone malate debbano lavorare: questo principio vale sia per i lavoratori sia per gli studenti. Non c’entra nulla con la Didattica a distanza, si tratta di difendere non solo un diritto ma la salute dei nostri ragazzi”.