L’incendio all’aeroporto di Catania ha paralizzato la stagione turistica in Sicilia, soprattutto nell’area orientale.
Raffica di disdette
“Piovono le disdette” spiega il presidente della Confcommercio Siracusa, Elio Piscitello, che spinge perché la Procura di Catania accerti le responsabilità sulla vicenda, soprattutto per rilanciare una credibilità, quella siciliana, calpestata da quanto sta accadendo nell’isola, visto che altri aeroporti, come il Falcone Borsellino di Palermo, sono in sofferenza.
Il sistema anti incendio sotto osservazione
Il responsabile della Confcommercio di Siracusa solleva perplessità sul sistema anti incendio del terminal di Fontanarossa anche se l’ad di Sac, gestore dello scalo di Catania, ha ribadito che “tutto ha funzionato”.
“Ma la competenza sull’accertamento di responsabilità – dice Piscitello – così gravi non può che essere della magistratura che, possibilmente in tempi brevi, dovrà valutare il rispetto delle norme relative a impianti antincendio, sistemi di allarme, materiali usati, sistemi di evacuazione, e soprattutto piani di emergenza per il dopo incidente.
Non vi è dubbio che vi siano dei responsabili di quanto accaduto e che non sia possibile assegnare il tutto al destino cinico e baro”.
“Governo dia certezze”
Le notizie sulla ripresa a pieno regime dell’aeroporto di Catania sono molte confusionarie, per questo motivo la Confcommercio Siracusa chiede al Governo nazionale un’operazione verità.
“Si renda pubblico il giorno – dice Piscitello – in cui l’aeroporto riaprirà nel pieno della sua funzionalità e si rispetti poi la data; si istituisca un data center unico ed efficiente per garantire tutte le informazioni agli utenti fino alla normalizzazione della situazione. E soprattutto, si lanci una grande campagna pubblicitaria per il turismo in Sicilia con agevolazioni e contributi sui trasporti e sulle sistemazioni alberghiere a carico di Regione Siciliana e Stato”.
“Immagine della Sicilia a pezzi” dicono gli albergatori siracusani
L’associazione Noi Albergatori di Siracusa ritiene che l’immagine della Sicilia sia ormai a pezzi. “È ancora presto per catalogare la rovinosa immagine negativa – dice Giuseppe Rosano, presidente di Noi Albergatori – e la disastrosa reputazione che la Sicilia sta veicolando a livello internazionale a causa dei numerosi disagi sofferti dai viaggiatori per non aver saputo affrontare con la dovuta urgenza l’emergenza incendio, offrendo ai viaggiatori ammassati in ogni dove una raffigurazione da terzo mondo”.
L’Odissea dei turisti
“Sono stati proposti sconcertanti rimedi, quali gli scali di Palermo (a tempo determinato) e Trapani, su cui il Governo regionale ha messo a disposizione (insufficienti) pullman e treni (pensa, pensa, gratuiti), senza considerare che, in treno, per raggiungere Catania ci voglio da 10/11 ore e in pullman 4/5 ore: un’insalata di maldestri antidoti” aggiunge Rosano.
Vendere aeroporti ai privati
Secondo Rosano c’è una alternativa: la vendita degli scali ai privati. “Data la persistente incapacità dimostrata, vendere a privati la gestione di tutti gli aeroporti siciliani. Solo così, come avvenuto con successo a Napoli Capodichino, gestito da una società inglese che ha stravolto in positivo la gestione aeroportuale, si potranno soddisfare aspettative ed esigenze dei viaggiatori” conclude Rosano.
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