Tensione nel carcere di Noto dove i detenuti hanno inscenato una protesta nelle ore scorse. I reclusi hanno sbattuto degli oggetti contro le inferriate delle proprie celle e tra le ragioni dell’iniziativa ci sarebbe il collasso delle linee telefoniche che impedisce loro di parlare con i familiari e, come spiegano dal Sappe, un sindacato di Polizia penitenziaria, l’impossibilità di acquistare nello stesso penitenziario dei prodotti di conforto attraverso il cosiddetto servizio di sopravvitto.
La preoccupazione del Sappe
Per il segretario generale del Sappe, Donato Capece, fino ad ora, la Polizia penitenziaria “ha sempre tenuto sotto controllo la situazione” ma “i pochi agenti di cui dispone il penitenziario ci lascia preoccupati, così come ci preoccupano le dodici ore di lavoro continuative che mettono a dura prova i baschi azzurri della casa di reclusione di Noto”.
Secondo il sindacato, la gestione della struttura è deficitaria in quanto non ci sono “attività ricreative, socialità, e altro che possono allentare la sofferenza rendendo più vivibile il penitenziario”. Del resto, in passato, in questo stesso carcere, si sono verificate violente aggressioni, a testimonianza di una situazione davvero difficile.
Crescono le tensioni in carcere
“Si adottino con urgenza provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza del carcere di Noto”, prosegue il leader del SAPPE. “Ci attiveremo presso il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria affinché le giuste proteste dei colleghi di Noto trovino attenzione e conseguenti provvedimenti. Il dato oggettivo è che la tensione nelle carceri è costante. Servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto”.
Sappe, “espulsione degli stranieri detenuti”
Tra le ipotesi paventate dal Sappe, l’espulsione “degli stranieri detenuti in Italia, per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di origine” e la “riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi”.
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