Sei mesi di attesa per sottoporsi alla Moc, un esame diagnostico che serve a misurare la densità ossea. E’ quanto dovrà aspettare una donna di 8o anni, siracusana, finita nel girone dantesco delle liste d’attesa. La donna è affetta da artrosi e dopo un consulto un medico le ha prescritto questo accertamento per valutare la quantità di calcio presente nelle ossa.

Esami fino al 2026

Quando ha presentato la richiesta allo sportello “mi è stato detto che se ne sarebbe parlato nel 2026” e così la donna si rivolgerà ad un laboratorio privato convenzionato con il servizio sanitario pubblico.

Appuntamento a novembre, “spero di arrivarci viva”

E’ andata bene, rispetto ai tempi scanditi dall’Asp di Siracusa, infatti la pensionata, che è vedova, dovrà presentarsi alla fine di novembre per l’esame diagnostico. “Spero di arrivarci viva – racconta con una punta di ironia la donna – ma non c’è altro da fare: non mi resta che aspettare e capire cosa avrò. In realtà, mi servirebbe subito l’esito del controllo perché il medico, alla luce del risultato, deve prescrivermi dei farmaci che, però, non devono andare in conflitto con altri che attualmente assumo. Giustamente, è inutile ed oltretutto dannoso fare dei tentativi alla cieca fino a novembre, per cui non ci resta, come sempre, che aspettare il turno ma è davvero assurdo attendere ben sei mesi”.

Il tavolo tecnico dell’Asp per abbattere le liste d’attesa

Nei giorni scorsi, l’Asp di Siracusa ha dato notizia dell’istituzione di un “Tavolo tecnico permanente dedicato al monitoraggio delle liste di attesa e alla promozione dell’appropriatezza prescrittiva, con l’obiettivo di ottimizzare ulteriormente l’accesso ai servizi sanitari per i cittadini della provincia, con il coinvolgimento attivo delle strutture sanitarie private accreditate e dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta presenti sul territorio”.

Problema siciliano

Le liste d’attesa in sanità restano una vera e propria emergenza in Sicilia e non solo a Siracusa.  Esami diagnostici e ricoveri rinviati per mesi continuano a mettere a rischio l’accesso tempestivo alle cure, coma ha denunciato nei giorni scorsi Massimo Dell’Utri, coordinatore regionale di Noi Moderati, che chiama in causa la Regione: “L’emergenza delle liste d’attesa nella sanità pubblica, per esami diagnostici e ricoveri che slittano di mesi, richiede un tangibile e immediato impegno della Regione, con risorse finanziarie e un potenziamento del personale in grado di far fronte ad un servizio essenziale primario e che non consente differimenti.

La legge per scavalcare le liste d’attesa

C’è una legge per scavalcare le liste ma oltre ad essere sconosciuta è anche farraginosa. A sollevare la vicenda è il M5S, secondo cui questa norma permetterebbe agli utenti, quando il servizio pubblico non è in grado di garantire la tempistica indicata nella prescrizione, di fare gratuitamente visite ed esami nel pubblico, in regime intramurario, o nel privato, pagando solo il ticket, e nemmeno quello, se è esente. Tutto sarebbe a carico della Regione, che dovrebbe rimborsare ai cittadini le somme eventualmente anticipate.

“La legge – spiega il coordinatore siciliano del Movimento 5 stelle Nuccio Di Paola. Di Paola – è rimasta praticamente lettera morta non solo perché sconosciuta ai più, ma anche perché prevede meccanismi di rimborso farraginosi che di fatto costringono quei pochi che la conoscono e che provano a trarne vantaggio a battere in ritirata. La procedura di rimborso, infatti, non è per nulla automatica, anzi. Il cittadino si trova a doversi sobbarcare una mole di pratiche assurde, come quella di dover dimostrare autonomamente che l’Asp non ha rispettato i tempi di attesa, circostanza pressoché impossibile da attestare perché i CUP raramente rilasciano un’attestazione formale dell’impossibilità di prenotazione”.