Altro che ottimismo per la Uiltec Sicilia sul futuro del Petrolchimico di Siracusa nonostante il governo nazionale abbia, di recente, dato il via libera alla compravendita delle raffinerie Isab Lukoil al fondo cipriota Goi Energy. Ne abbiamo discusso con il segretario regionale della Uiltec, Peppe Di Natale.

Che pensa della compravendita di Lukoil?

Non c’è ottimismo su quanto sta accadendo nel Petrolchimico. Siamo amareggiati per il fatto che non siamo stati coinvolti né dal Governo nazionale né dalle aziende. Le prescrizioni alla vendita vanno certamente bene, mi riferisco al mantenimento dei livelli occupazionali ed agli investimenti sulla depurazione, quello che, però, manca è un piano complessivo di investimenti sul comparto.

Può essere più chiaro?

Nel 2035 in Europa non potranno più circolare veicoli a diesel o a benzina, quello che, insomma, si produce nel Petrolchimico, per cui se non si procede speditamente verso la riconversione degli impianti vivremo una crisi senza precedenti. Ad oggi, in margini della raffinazione sono alti ma domani quando scatteranno i provvedimenti decisi dall’Unione europea che accadrà?

Sarebbe come spremere un limone per poi buttarlo via?

Sì, in effetti è così. Il 2035 non è affatto lontano, per cui se non c’è un serio programma di investimenti è difficile immaginare una situazione florida per il Petrolchimico. Molto dipende da ciò che il Governo nazionale deciderà sulla politica energetica. Vorrà investire sul bio carburante o su quelli sintetici? Per non parlare della possibilità di convergere sull’idrogeno. Queste sono le domande che ci poniamo e che rilanciamo a chi decide la politica industriale ed energetica del paese.

Legambiente ha lanciato l’idea dell’eolico off shore

L’eolico ed il fotovoltaico non potranno mai sostituire le centrali. Purtroppo, l’Italia ha deciso di rifornirsi di energia acquistandola da altri paesi, abdicando alla sua autonomia energetica. Gli effetti sono evidenti, come,  purtroppo, dimostra la guerra in Ucraina, che ha messo in evidenza la debolezza italiana.

Che fare, allora?

Le faccio un esempio: tempo fa si parlava di dismettere le centrali a carbone, adesso, invece, si pensa di utilizzarle considerato che i prezzi del gas sono sempre alti. Ci sarà sempre bisogno di centrali elettriche, non so se sarà necessario puntare sul nucleare o su altro, di certo c’è la necessità di averne.

A Priolo anni fa fu bocciato un rigassificatore. Un errore?

Senza dubbio, un errore. Avremmo avuto a disposizione una fonte importante, adesso, invece, ci tocca correre da un paese ad un altro per comprare gas. La politica del No ha condizionato l’industria italiana e continua a farlo. Ci sono degli pseudo ambientalisti che lanciano campagne per poi scoprire che sono portatori di altri interessi.

 

 

 

 

 

 

Articoli correlati