Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha contestato le scelte operate dal Governo Draghi per la gestione della vicenda Lukoil, il cui stabilimento, nel Petrolchimico di Siracusa, rischia di rimanere a secco, senza petrolio da raffinare, a causa delle imminenti sanzioni alla Russia, previste per il 5 dicembre.

Attacco di Urso a Draghi

“Se ci fosse stata più consapevolezza quando l’Italia scrisse con gli altri partner europei le sanzioni” alla Russia “forse non saremmo a questo punto” ha affermato Adolfo Urso, a SkyTg24.

Il caso Lukoil

Un attacco, non esplicito, all’ex premier, la cui posizione intransigente su Lukoil si è tradotta con il via libera all’embargo alle importazioni di petrolio dalla Russia, l’unico, al momento, trattato dalla società che opera nelle raffinerie di Priolo, perché le banche, dallo scoppio della guerra, hanno bloccato i prestiti: una condizione che impedisce ad Isab Lukoil di acquistare grezzo da altri paesi non soggetti alle sanzioni. E gli istituti di credito, nonostante le lettere di rassicurazioni da parte del Comitato per la sicurezza finanziaria e la garanzia Sace, una controllata del Mef, per i loro investimenti, continuano a mantenere una posizione di chiusura.

Deroghe a Germania, Polonia e Bulgaria

Solo che “la Germania, la Polonia, la Bulgaria” hanno ottenuto delle esenzioni” ha detto ancora il ministro delle Imprese, Urso, che difende le scelte operate dal suo Governo: “Noi ci siamo attivati subito con il Comitato di intervento finanziario del Mef, sia per quanto riguarda gli strumenti di attivazione della Sace. Siamo in campo consapevoli di quelle che sono le necessità del nostro paese e interverremo in tempo congruo”, ha concluso il ministro.

“Deroga anche all’Italia”

Forza Italia ha chiesto al Governo Meloni una deroga all’embargo all’embargo delle importazioni di petrolio dalla Russia. “La soluzione migliore in questa fase sarebbe – dice Stefania Prestigiacomo – certamente una deroga all’embargo del petrolio russo che scatterà fra pochi giorni e che potrebbe mettere in ginocchio Priolo, ma anche altri siti italiani che raffinano il greggio di Mosca. Altri paesi l’hanno ottenuta. Una deroga contingentata nel tempo potrebbe anche essere negoziata con Lukoil richiedendo interventi in campo ambientale”.

 

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