Forza Italia chiede al Governo Meloni una deroga all’embargo all’embargo delle importazioni di petrolio dalla Russia.

La deroga chiesta da Prestigiacomo (FI)

La richiesta è avanzata dall’ex ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, per cui questa è la soluzione migliore, già adottata da altri paesi, che consentirebbe alla Lukoil di non fermare la produzione, determinante per l’intero sistema italiano, considerato che il carburante lavorato negli stabilimenti di Priolo rappresenta il 22 per cento di quello usato nell’intero paese.

Italia e Sicilia rischiano di restare a piedi

Se le raffinerie si fermassero, parte dell’Italia rimarrebbe a piedi, per la Sicilia la situazione sarebbe più grave visto che la soglia di distribuzione di gasolio e benzina è ben più alta del 22 per cento.

“La soluzione migliore in questa fase sarebbe – dice Stefania Prestigiacomo – certamente una deroga all’embargo del petrolio russo che scatterà fra pochi giorni e che potrebbe mettere in ginocchio Priolo, ma anche altri siti italiani che raffinano il greggio di Mosca. Altri paesi l’hanno ottenuta. Una deroga contingentata nel tempo potrebbe anche essere negoziata con Lukoil richiedendo interventi in campo ambientale”.

La garanzia della Sace

La deroga avrebbe il merito di rendere inefficace l’embargo alle importazioni di petrolio dalla Russia, insomma non cambierebbe nulla rispetto alla situazione attuale ed allo stesso tempo non ci sarebbe bisogno, come adesso, dei prestiti delle banche, sospesi a Lukoil dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.

Le ipotesi

Ma se l’ipotesi della Prestigiacomo non andasse in porto, allora sì che la società avrebbe necessità di liquidità, perché, non potendo acquisire petrolio della Russia, per via dell’embargo del 5 dicembre, avrebbe necessità di soldi per acquistare grezzo da altri paesi non oggetto di sanzioni.

In merito a questa opzione, il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha messo a disposizione la Sace, la controllata del Mef, per garantire gli investimenti delle banche, a sua volta preoccupate di ripercussioni internazionali, da parte dell’Ue ma anche degli Stati Uniti, per gli aiuti ad una società gravitante attorno alla Russia.  Il Governo, come ha detto ieri il sindaco di Siracusa, ha aumentato la quota di garanzia per blindare gli istituti di credito che, allo stato, appaiono molto freddi.

L’affondo a Draghi

L’ipotesi Sace era stata inserita in un emendamento al decreto aiuti del Governo Draghi proprio da Stefania Prestigiacomo che, però, denuncia la freddezza dell’ex premier sul caso Lukoil. Un atteggiamento che, secondo l’ex deputata, ha fatto perdere del tempo prezioso.

“Altra strada percorribile  è quella della garanzia Sace ma il governo Draghi non ha mai, quando era il tempo e il momento, voluto trattare l’argomento. Come tardivo è stato lo strumento della “confort letter” che ben altro valore e utilità avrebbe avuto mesi addietro quando venne deciso l’embargo ed era stata richiesta”

Ipotesi amministrazione fiduciaria posta dal Pd

“Al vaglio del Ministro Urso è anche l’ipotesi di un commissariamento temporaneo dell’azienda da parte dello Stato. Soluzione storicamente non delle migliori, che non modifica la proprietà ma che può servire come extrema ratio” dice Prestigiacomo, rispondendo così all’ipotesi paventata dal Pd che ieri ha presentato un emendamento, chiedendo, di fatto, di seguire l’esempio della Germania, il cui Governo, l’estate scorsa, ha assorbito, in via temporanea, la gestione delle raffinerie russe.

“Ciò che conta è prendere una decisione e prenderla subito. Si è tergiversato troppo col Governo Draghi. Ora non c’è più tempo, bisogna agire per salvare lavoratori e aziende” conclude l’esponente di Forza Italia.