C’è una spiaggetta in piena città, incastonata sul litorale che si affaccia su Ortigia. Si trova in via Iceta, nella zona di Riviera Dionisio il Grande, a Siracusa, e sarebbe uno spazio ideale per fare un tuffo senza doversi recare nelle aree balneari, come Arenella, Fontane Bianche o Ognina, solo per citarne qualcuna.
Il mare in città negato
Il mare in città è un privilegio che poche territori possono permettersi, eppure questa finestra sul centro storico è chiusa, o meglio “è inaccessibile via terra” denuncia Marco Gambuzza, componente del Comitato regionale del Pci di Siracusa, che, da tempo, conduce una battaglia per liberare le spiagge ed i litorali occupati da insediamenti privati, tra cui lidi e stabilimenti balneari.
La petizione per liberare la spiaggetta
Sulla vicenda della spiaggia di via Iceta, il Pci si è reso protagonista di una petizione (chng.it/zBkM4wh2K2) per chiedere “al Sindaco e al Consiglio Comunale di rendere fruibile il mare in città e di approvare una modifica urgente e condivisa del Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo”. In meno di 5 giorni, sono state raccolte 900 firme e nella giornata di domani dalle ore 16,30 alle 19,30 ci sarà una manifestazione per raggiungere via mare la spiaggetta di via Iceta con annessa “una lezione gratuita di yoga”.
“Troppe concessioni”
“Nonostante la città sia bagnata – spiega Gambuzza – da un litorale magnifico, l’iniziativa nasce dalla frustrazione di dover constatare che “Siracusa, città di mare, non è bagnata dal mare. Troppe sono le concessioni, troppi gli abusi e gli accessi negati, troppe le barriere architettoniche. Troppa è la cementificazione e l’appropriazione illecita del demanio marittimo. Le spiagge, bene comune ed essenziale per il benessere, sono diventate un privilegio per pochi, anziché un diritto per tutte e tutti”.
“Il silenzio della politica”
Una battaglia, quella per la libera fruizione del mare, che, però, vede il Pci isolato, come afferma il componente del Comitato regionale. “Di fronte – afferma Gambuzza – a un’adesione così massiccia, il silenzio della politica e delle istituzioni locali è a dir poco preoccupante. Ci chiediamo: dove siete? A cosa servite? Per quale motivo vi paghiamo? Invitiamo tutta la cittadinanza a non subire più in silenzio, ma a unirsi a noi affinché il nostro mare torni a essere un patrimonio accessibile a tutti i siracusani”.






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