Ci sono altri due indagati nell’inchiesta che ha portato al fermo di Marco Accarpio e Salvatore Cannata, i due cognati accusati di aver scatenato un incendio in una casa, a Noto, culminato con la tragica morte di un 36enne, Vincenzo Blanco.

Minori indagati

Sono entrambi minorenni e secondo la ricostruzione del sostituto della Procura di Siracusa Marco Dragonetti, che coordina le indagini della polizia di Noto, avrebbero avuto un ruolo nell’attentato culminato in tragedia.

“Volevano scappare in Germania”

Il fermo nei confronti di Accarpio e Cannata è stato emesso perché dalle intercettazioni gli inquirenti avrebbero captato che i due stavano per andarsene da Noto ed avrebbero individuato una città della Germania come luogo in cui trasferirsi.

L’ombra della droga

Nella tesi del magistrato e dei poliziotti del commissariato di polizia di Noto, il vero obiettivo dei 2 cognati sarebbe stato il fratello della vittima, in quanto vi sarebbe stato un contrasto legato ad un debito di droga. Da qui, la decisione di dargli una lezione, per cui avrebbero deciso di appiccare le fiamme all’abitazione in ronco Bracciano dove i due fratelli vivevano.

L’obiettivo era il fratello per il pm

Il trentaseienne si sarebbe trovato al primo piano, il fratello al pianterreno, da cui si sono originate le fiamme che, tragicamente, si sono propagate verso l’alto. Blanco, come sostenuto dalla polizia, sarebbe rimasto intossicato e questo gli avrebbe impedito di mettersi in salvo, anzi avrebbe anche provato a spegnere le fiamme: un particolare che le forze dell’ordine desumono dal secchio trovato accanto alla salma.

Identificati dalle telecamere

Gli inquirenti sono riusciti a risalire ai cognati grazie alle telecamere della zona in cui è scoppiato il rogo.  I poliziotti si sono avvalsi anche di video pubblicati sui social dagli stessi indagati.

Interrogatorio in Tribunale

I due indagati, entrambi difesi dall’avvocato Antonio Meduri, nel corso dell’udienza di convalida della misura cautelare, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e per loro il difensore ha chiesto la scarcerazione “per mancanza di indizi di colpevolezza”. Il magistrato ha chiesto il carcere per entrambi e nelle prossime ore il gip del Tribunale, Francesco Alligo, prenderà la sua decisione.