Mantenimento dei livelli occupazionali ed un piano di riconversione verde per le raffinerie Isab Lukoil. Questi i punti cardini del piano di vendita dei 2 stabilimenti di Priolo che, dalla Litasco, la società italo svizzera gravitante nell’orbita del colosso russo Lukoil, passeranno al fondo Goi Energy.

Il piano di riconversione del Petrolchimico

Secondo fonti legate all’operazione d’acquisto, che dovrà essere formalizzato ma su cui c’è il via libera del Governo nazionale, l’obiettivo è di proiettare il Petrolchimico al 2035 quando in Europa non potranno più circolare mezzi alimentati a diesel e benzina.

Stamane, la Uiltec Sicilia ha sollevato delle perplessità sul futuro della zona industriale in tema di riconversione ma stando all’accordo sulla compravendita, su cui ci sono gli occhi del Governo nazionale, sono previsti investimenti per passare dalla raffinazione di combustibili fossili alla produzione di altri ecocompatibili. Un passo fondamentale per garantire al Petrolchimico di proseguire la sua attività secondo le nuove regole europee sull’energia.

Gli investimenti negli impianti

Stando a queste stesse fonti, in agenda ci sono ” l’ammodernamento delle infrastrutture esistenti” , “l’innovazione dell’impianto attraverso la ricerca, lo sviluppo e le tecnologie di alto livello e la riconversione verde della raffineria”. Inoltre, “la continuità produttiva della raffineria, unitamente al funzionamento dell’impianto da 530 MW e allo sviluppo di nuovi impianti rinnovabili nell’area della raffineria, contribuirà inoltre a rafforzare la sicurezza del sistema energetico italiano” spiegano le stesse fonti.

Hub energetico nel Mediterraneo

Nel dossier è indicato un altro obiettivo, quello di fare della zona industriale siracusana, al centro del Mediterraneo, “un hub energetico di primo piano e assumere un ruolo chiave nella transizione energetica europea”

Il mantenimento dei livelli occupazionali

Il piano di compravendita delle raffinerie prevede soprattutto il mantenimento dei livelli occupazionali, del resto questo aspetto, insieme alla continuità produttiva ed alla presenza di un depuratore, sono tra le condizioni poste dal Governo per la ratifica del passaggio di consegne.

Secondo fonti dell’operazione, è garantita “ la continuità occupazionale per tutti i dipendenti Isab, rafforzando i benefici economici e sociali della comunità locale”.

La formazione

Inoltre, nello stesso dossier sono stati individuati degli altri obiettivi, come il miglioramento delle condizioni di lavoro” del personale, che sarà sottoposto a programmi di ” formazione e sviluppo delle competenze dei dipendenti” per  migliorare “la loro posizione nel mercato del lavoro”.

La tracciabilità del petrolio

L’altra condizione posta dal Governo nazionale riguarda la tracciabilità delle forniture del petrolio. Nel dossier che è in mano all’Esecutivo Meloni emerge il ruolo di Trafigura, secondo trader di petrolio al mondo che “garantirà la continuità produttiva dell’impianto “con flussi di petrolio ininterrotti e un approvvigionamento compatibile con le direttive europee” spiegano a BlogSicilia fonti dell’operazione.  Nell’operazione è entrata anche l’israeliana BAZAN GROUP, che gestisce il più grande impianto integrato di raffinazione e petrolchimico di Israele, composto da 3 stabilimenti. L’accordo prevede che il colosso israeliano fornirà il know-how per garantire” il progresso tecnologico e l’innovazione”.

 

 

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