E’ attesa per domani la sentenza al processo per omicidio stradale che vede alla sbarra un giovane di 21 anni, Simone Bandiera. Secondo quanto ricostruito dai magistrati della Procura di Siracusa, la sera del 20 dicembre del 2018 l’imputato era al volante di  una Hyudai XI20 che causò l’impatto con una Renault Twingo, alla cui guida c’era Tecla Zammitti, 72 anni, madre dell’avvocato Alessandro Boscarino, deceduta per le ferite riportate a causa di quell’incidente avvenuto in via Elorina, in corrispondenza dell’incrocio Cozzo Villa.

“Era una donna molto prudente alla guida, ed il giorno  – racconta l’avvocato Alessandro Boscarino –  del sinistro mortale, ebbe a recarsi  ad assistere all’uscita della Santa Patrona di Siracusa, alla Borgata. Subito dopo decideva di recarsi ad Ognina dove abbiamo la villetta di famiglia, dal 1974, per andare a portare da mangiare ai gatti (era solito farlo, almeno tre volte a settimana) diceva spesso “animaleddi muoiono ri fame”… Quella strada mia madre la conosceva molto bene per averla percorsa in ogni condizione di tempo e di orari, da oltre 40 anni. Allorquando la stessa si accingeva a rientrare a casa, non poteva certamente prevedere che l’aspettava l’appuntamento con la morte. Ci stavamo preparando a trascorrere in famiglia il santo Natale”.

Il figlio della vittima fornisce le conclusioni del perito incaricato dalla Procura di Siracusa di ricostruire la dinamica dell’incidente. “A tal fine il predetto CTU Ing. Chiarenza ha accertato – spiega l’avvocato Alessandro Boscarino – e descritto nelle conclusione della propria perizia che “nel sinistro in esame la causa tecnica e la responsabilità dell’incidente sono unicamente riconducibili al conducente dell’autovettura Hyundai sig. Bandiera Simone, mentre nessuna causa di incidente è attribuibile alla sfortuna conducente deceduta, sig.ra Zammitti”.

“Per il sottoscritto, rivedere – racconta l’avvocato Alessandro Boscarino, figlio della vittima –  e riabbracciare la propria madre, priva di vita, all’interno dell’obitorio dell’Ospedale Umberto I di Siracusa, in data 20.12.2018 alle ore 19:45 circa, è stata un’esperienza traumatica agghiacciante e devastante. La madre del sottoscritto era diventata improvvisamente una salma, strappata e rubata improvvisamente e drammaticamente agli affetti familiari. Da quel tremendo ed irripetibile pomeriggio del 20.12.2018, il sottoscritto e di propri familiari attendono giustizia! A prescindere dagli aspetti civilistici-risarcitori, non ci resta che sperare nella giustizia penale”.

 

 

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