Il gip del Tribunale di Siracusa Andrea Migneco si è riservato la decisione sulla opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura nel procedimento scaturito dalla morte di Vincenzo Cancemi, 42 anni, trovato il 28 aprile scorso nella casa di campagna dei genitori, in contrada Lettiera, a Pachino, dalla sua fidanzata che avrebbe dichiarato di averlo trovato impiccato a un albero e di aver subito chiamato il 118.
I dubbi sul presunto suicidio
I familiari non sono convinti che Cancemi, tecnico riparatore, abbia deciso di togliersi la vita e ritengono che le circostanze siano diverse e poco chiare. La Procura ha deciso di non far effettuare l’autopsia sul cadavere, che dal giorno della morte è nella camera mortuaria del cimitero di Pachino. L’avvocato Nunzia Barzan, a nome della madre di Cancemi, si è opposta alla richiesta di archiviazione e ha chiesto la prosecuzione delle indagini, al momento aperto contro ignoti. Secondo quanto rilevato da Barzan “la ricostruzione dei fatti come risulta dagli atti è stata smentita dalla madre del defunto”. Dubbi vengono sollevati sul “video della morte registrato nel cellulare in uso da Cancemi nel momento in cui si è impiccato all’albero”.
Secondo l’avvocato, “manca la dinamica del presunto suicidio”
L’avvocato ribadisce che “manca la dinamica del presunto suicidio per impiccagione poiché dal video non si vede che Vincenzo sale sulla sedia e si lascia cadere”. Il corpo dell’uomo è stato ritrovato con una ferita al capo e senza una scarpa. I familiari escludono che “avesse intenti suicidari” e chiedono di procedere “con l’esame autoptico, sul presupposto che la morte di Vincenzo» sia stata «istigata o avvenuta per causa violenta”.
Il cadavere nella villetta a Marzamemi
Il suo corpo fu rinvenuto penzolante da un albero nella sua villetta, a Marzamemi, borgo marinaro molto noto, ma per gli inquirenti l’ipotesi prevalente è quella del gesto estremo da parte della vittima. Una tesi che, nella tesi delle forze dell’ordine, sarebbe avvalorata da un video inviato alla fidanzata, girato con il proprio telefonino da Cancemi. A non credere per prima al suicidio del tecnico è la madre, Fortunata Dimaria, che ha incaricato l’avvocato Nunzia Barzan di compiere delle indagini difensive. I familiari, che protendono per la tesi dell’omicidio, insistono su alcuni punti che escluderebbero la pista del suicidio, tra questi c’è una una ferita alla testa emersa nel corso dell’ispezione cadaverica, eseguita nelle ore successive al ritrovamento del cadavere.
I dubbi sul video
Secondo quanto dai familiari e dal loro legale, che hanno raccontato la loro vicenda al programma “Indignato speciale” andato in onda sul Tg5, ci sono dei dubbi sulla veridicità di quel video che, per gli inquirenti, potrebbe testimoniare il suicidio. Per i parenti ed il loro difensore, si avvertirebbero degli squilli durante la registrazione ed il sospetto che possa trattarsi di una messa in scena è piuttosto forte.
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