La famiglia di Vincenzo Cancemi, il 41enne pachinese trovato impiccato ad un albero il 28 aprile scorso, non crede all’ipotesi del suicidio. E chiede alla Procura di Siracusa di far eseguire l’autopsia sul corpo senza vita dell’uomo, un tecnico per la riparazione di elettrodomestici.

Il cadavere nella villetta a Marzamemi

Il suo corpo fu rinvenuto penzolante da un albero nella sua villetta, a Marzamemi, borgo marinaro molto noto, ma per gli inquirenti l’ipotesi prevalente è quella del gesto estremo da parte della vittima. Una tesi che, nella tesi delle forze dell’ordine, sarebbe avvalorata da un video inviato alla fidanzata, girato con il proprio telefonino da  Cancemi.

“Non è suicidio” dice la mamma

A non credere per prima al suicidio del tecnico è la madre, Fortunata Dimaria, che ha incaricato l’avvocato Nunzia Barzan di compiere delle indagini difensive. I familiari, che protendono per la tesi dell’omicidio, insistono su alcuni punti che escluderebbero la pista del suicidio, tra questi c’è una una ferita alla testa emersa nel corso dell’ispezione cadaverica, eseguita nelle ore successive al ritrovamento del cadavere.

I dubbi sul video

Secondo quanto dai familiari e dal loro legale, che hanno raccontato la loro vicenda al programma “Indignato speciale” andato in onda sul Tg5, ci sono dei dubbi sulla veridicità di quel video che, per gli inquirenti, potrebbe testimoniare il suicidio. Per i parenti ed il loro difensore, si avvertirebbero degli squilli durante la registrazione ed il sospetto che possa trattarsi di una messa in scena è piuttosto forte.

I precedenti

Le cronache sono, però, ricche, anche nel Siracusano, di persone che in un primo momento si ritenevano essere morte per un suicidio, salvo poi scoprire che, invece, erano rimaste vittime di un omicidio.

Il caso De Simone

Come accaduto ad Angelo De Simone, un giovane siracusano di 27 anni trovato impiccato nella sua abitazione il 16 novembre del 2016. Per ben due volte, la Procura di Siracusa, aveva richiesto l’archiviazione del caso, ritenendolo un suicidio. 

Nei mesi scorsi, è stato rinviato a giudizio per omicidio Giancarlo De Benedictis, indicato come esponente del clan Bronx e condannato in Appello a 19 anni, per cui il pm della Procura di Siracusa ha chiesto il rinvio a giudizio.