Ci sono due città nella stessa città: da una parte Ortigia, dall’altro il resto di Siracusa. E non solo per una questione prettamente geografica, visto che Ortigia è un’isola unita alla terraferma grazie a due ponti, ma per i costi.
Le rilevazioni
Secondo un’analisi compiuta dal Comitato Ortigia Cittadinanza Resistente le differenze sono notevoli e per mostrare che non si tratta solo di una percezione alcuni esponenti del movimento hanno effettuato una rilevazione, che si è svolta tra il primo ed il 9 di agosto.
“L’iniziativa non ha finalità statistiche ma quella di restituire uno spaccato dell’esperienza reale, di vita ordinaria, quotidiana” precisa Davide Biondini, portavoce del Comitato di Ortigia. Ai partecipanti è stato chiesto di indicare i prezzi pagati, nei propri punti di acquisto abituali, negli esercizi normalmente frequentati, sia in Ortigia sia in altre zone della città, per un paniere di prodotti, senza ricercare né il prezzo minimo né quello massimo.
Acqua, ristoranti e pizzerie
Dall’analisi emergono differenze significative tra Ortigia e il resto della città: Latte UHT 1 L: +17,2% in Ortigia (€ 1,70 vs € 1,45); Pane 1 kg: prezzo uguale (€ 4,00); Acqua naturale 1,5 L: +50,0% in Ortigia (€ 0,75 vs € 0,50); pasta secca 500 g: +34,2% in Ortigia (€ 2,00 vs € 1,49); caffè espresso al banco: prezzo uguale (€ 1,20); pizza margherita (pizzeria standard): +33,3% in Ortigia (€ 8,00 vs € 6,00); pasta alla norma (trattoria media): +42,9% in Ortigia (€ 10,00 vs € 7,00); aperitivo con spritz: +33,3% in Ortigia (€ 8,00 vs € 6,00). “La rilevazione mostra che, per l’acquisto dei beni oggetto dell’analisi, chi vive in Ortigia sopporta un costo medio più elevato rispetto agli altri quartieri” dice Biondini.
Il fattore turistico e la follia degli aumenti ingiustificati
Come indicato in una recente inchiesta di BlogSicilia, l’aumento dei prezzi nel centro storico è dettato dalla sua fortissima vocazione turistica. E quando Ortigia si svuota di vacanzieri, in particolare da novembre, i prezzi rimangono gli stessi ma questa impennata incide comunque sul resto della città ed altri commercianti applicano tariffe “ortigiane”. Non a caso, secondo uno studio dell’Unione dei consumatori indica Siracusa tra le città più care in Italia, precisamente è la quinta in Italia.
Un piatto di cozze venduto 5 euro in più dall’oggi al domani
“C’è poi un tema di stabilità e trasparenza dei prezzi: fuori dal paniere rilevato, svariati aderenti al comitato hanno segnalato esempi di comportamenti “irrazionali” su esperienze dirette con locali food” precisano dal Comitato di Ortigia.
“Per esempio sono state rilevate – spiegano – anche variazioni improvvise del prezzo, nello stesso esercizio, a distanza di un giorno: un piatto di cozze proposto a 10 euro e poi venduto a 15 euro l’indomani, segno di politiche di prezzo non sempre “coerenti”. Un cornetto semplice venduto a 3 euro e poi ridotto alla metà quando l’avventore si è lamentato, segno di una politica commerciale che si commenta da sola”.






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