L’inflazione è la tassa occulta, pari a 579 euro che pagano ogni anno le famiglie siracusane.
Il report
E’ quanto emerge in un rapporto “Economia e Sviluppo a Siracusa (2015-2025)” redatto dal Comitato Ortigia Cittadinanza Resistente, il cui portavoce, Davide Biondini è un analista economico che, da tempo segnala gli effetti negativi dell’overturism, fenomeno dilagante a Siracusa, in particolare in Ortigia, il centro storico della città.
Le fonti dello studio
Come spiega il portavoce del Comitato, il rapporto è frutto di un’analisi quantitativa, attraverso banche dati ufficiali (Istat, Banca d’Italia, Eurostat, Svimez, Str, Osservatorio Turistico Regionale, tanto per citarne qualcuna, al fine di “delineare il quadro macro e microeconomico con particolare attenzione agli indicatori di ricchezza prodotta e trattenuta in loco” e di un’analisi qualitativa, basata su una meta-analisi di centinaia di recensioni pubbliche (TripAdvisor, Booking, Google Reviews, Airbnb)”.
Salari poveri a Siracusa
Dallo studio del Comitato emerge che “in Ortigia i prezzi risultano più alti rispetto ad altri quartieri” e che “Siracusa si conferma nel 2025 tra le città italiane con il tasso di inflazione più elevato”. Eppure, report di istituti come Svimez “hanno evidenziato un paradosso critico per l’intero Mezzogiorno: a fronte della crescita del PIL, i salari reali sono stagnanti o in calo, con una perdita di potere d’acquisto che, rispetto al 2019, è stimata in 6 punti percentuali”.
Crescono i prezzi al consumo
Nella stessa relazione si evidenzia come siano galoppanti i prezzi al consumo, peraltro, una delle fonti è proprio il Comune di Siracusa che, nel mese di marzo, come indicato in un comunicato stampa, riportò “una variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo (NIC) locale pari a +3,0%, un valore quasi doppio rispetto alla variazione dell’indice nazionale FOI (+1,7%) registrata nello stesso mese” .
La tassa occulta da 579 euro
“Questa inflazione “extra”, confermata da una recente analisi dell’Unione Nazionale Consumatori (2025) che posizionano Siracusa tra le città con più crescita inflattiva d’Italia, che si traduce, secondo tale analisi, in un aggravio di spesa stimato di 579 euro annui per una famiglia media”.
La città povera con prezzi da ricchi
E così, pur essendo Siracusa una città povera, con stipendi medi che sono sotto la soglia media nazionale, “il costo della vita cresce come se fosse ricco, più che in tutt’Italia” precisa Biondini.
Le cause del sovrapprezzo
Le ragioni del caro vita sono diverse ed investono non solo Siracusa ma l’intera Sicilia che paga la sua insularità. Tra le cause ci sono i costi logistici, in quanto “trasportare merci in Sicilia costa il 50,7% in più rispetto alla media nazionale”, e poi la pressione turistica, perché “l’elevata domanda turistica, concentrata in aree specifiche come Ortigia e in determinati periodi dell’anno, esercita una forte pressione al rialzo sui prezzi dei servizi, degli alloggi e dei beni alimentari, che supera nettamente la media nazionale”. Nel mazzo, ci sono anche i costi energetici, visto che “il prezzo dei carburanti in Sicilia è storicamente tra i più alti d’Italia” ed infine l’aumento del costo delle materie prime“.
Locazione in Ortigia, crescita del 45%
In questa complessa analisi, sono evidenziati gli effetti di questa situazione. In primis, sui prezzi al dettaglio: “i dati Istat e Mimit segnalano, nel 2024, prezzi medi di beni alimentari, carburanti, servizi di base e alloggi (inclusi affitti brevi) significativamente superiori alla media nazionale e meridionale. In particolare, il prezzo di una locazione a uso turistico è cresciuto a Siracusa del 27% in cinque anni, con picchi del +45% in Ortigia“.
Riduzione della domanda interna
Non trascurabile è l’effetto sulla qualità della vita. “L’aumento del costo della vita si traduce in una riduzione della domanda interna, in difficoltà crescenti per le famiglie meno abbienti e, soprattutto nel centro storico, in una progressiva espulsione dei residenti tradizionali e delle attività autentiche a favore di usi turistici a breve termine” si legge nella relazione.






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