E’ stato istituito un coordinamento in seno al Pd di Siracusa dopo la fumata nera per le elezioni del nuovo segretario. Ci sono tutte le componenti ma questo non è servito a placare le frizioni dentro lo stesso partito.

L’area Dem di Gaetano Cutrufo, che fa parte della segreteria regionale, aveva puntato per la successione a Salvo Adorno sull’ex sindaco di Rosolini, Giovanni Giuca, che, analizza, così la situazione dentro il Partito democratico.

Il Pd continua ad essere acefalo, ognuno pensa di avere la primogenitura al netto dei numeri e della forza reale. L’area Dem, a cui appartengo, è la corrente che ha la maggioranza relativa ma siamo osteggiati al punto che si fa di tutto per evitare di eleggere un segretario del nostro gruppo.

Perché osteggiati?

Siamo visti come un pericolo da parte di chi, nel Pd, si è sempre occupato della gestione del partito e che non intende mollarlo con l’obiettivo di piazzare propri esponenti nelle varie tornate elettorali che, di volta in volta, si presentano.

L’adesione al Pd del sindaco di Melilli va in questa direzione?

Questo è sicuro, da diversi mesi sono in affannosa ricerca di un candidato che possa battere Gaetano Cutrufo e naturalmente la nostra componente. Posso dire che noi i voti li abbiamo, a differenza di altri, che, invece, non ne hanno. Lo verificheremo non appena ci saranno le elezioni

Cutrufo vuole essere l’unico candidato forte del Pd?

Assolutamente no. Del resto, la candidatura del sindaco di Carlentini, Giuseppe Stefio è di spessore, per non parlare di quella di Tiziano Spada. Non sono esponenti politici che competono solo per il gusto di partecipare alle elezioni regionali. Hanno le carte in regola per giocarsi la partita alla pari con Cutrufo. Ma voglio dirle un’altra cosa.

Dica pure

Nel nostro territorio c’è una questione morale grande quanto una casa. Per troppi anni, in occasione delle elezioni regionali, abbiamo assistito a manovre poco trasparenti, come accadde nel 2012. I fatti ci dicono che per quella tornata, Pippo Gennuso è stato condannato per traffico di influenze ma nello stesso partito in cui io mi candidai, il Megafono di Crocetta, insieme a Paolo Amenta, comparvero candidati che investirono tante risorse per farcela. Peraltro, io andai nella lista del Megafono perché per me, nel Pd, non c’è stato mai posto. Ormai di etica nei partiti ne parla solo la Chiesa, lo ha fatto di recente il vescovo di Catania nel corso di una intervista.

Il rischio che corriamo è di avere una deputazione regionale compromessa, di cui su 5 eletti, 4 vicini alle cosche.

Tutti questo in provincia di Siracusa? Ho capito bene?

Ma certo. Lo dico sulla scorta dei nomi che circolano e li collego alle bande anche perché svolgo la professione di avvocato penalista e comprendo bene quanto si sta verificando.