La Guardia di finanza di Siracusa ha notificato un avviso di conclusione indagine nei confronti di sette persone, tra cui un dirigente del Comune di Noto e il ragioniere contabile della casa di reclusione di Noto, accusate a vario titolo di peculato, abuso d’ufficio e falso in atto pubblico.
Le indagini, che hanno portato all’operazione “Prison break”, sono scattate nel 2015 con il sequestro di un’area di 3 mila 600 mq destinata a parcheggio nelle adiacenze del centro storico di Noto, per violazioni edilizie e di tutela del patrimonio storico.
Gli uomini della Tenenza di Noto, coordinati dal capitano Federico Vanni, hanno scoperto che Giuseppe Favaccio, dirigente del settore lavori pubblici, aveva affidato, senza rispettare le norme previste dal codice dei contratti pubblici, un incarico a un professionista per lo svolgimento dei lavori di riqualificazione della villa comunale, adiacente al parcheggio sottoposto a sequestro.
I militari sarebbero poi risaliti a Paolo Franza, 60 anni, che secondo la Finanza “di fatto, amministra, personalmente o per mezzo di familiari, diverse attività commerciali nei comuni di Avola e Noto, tra cui un albergo che avrebbe beneficiato della realizzazione dell’area di parcheggio sequestrata”. Secondo gli investigatori si trattava di un sistema collaudato che permetteva al contabile di appropriarsi di materiali di vario genere come tavoli in legno richiesti su misura, laminato prodotti dal carcere di Noto. La specificità della casa di reclusione è la presenza di officine per la produzione di prodotti finiti e semilavorati di legno, ferro e stoffa destinati alle carceri della penisola. Il ragioniere, invece che approvvigionarsi all’Agenzia dei Monopoli, acquistava per i detenuti generi di monopolio per oltre 230 mila euro nella tabaccheria intestata alla figlia accaparrandosi ingiustamente la quota dell’aggio.
Destinatari dell’avviso di conclusione indagini sono Salvatore Stampigi e Giuseppe Bordonali, proprietario ed amministratore unico della società che gestisce l’area di parcheggio sottoposta a sequestro che avrebbero realizzato lavori in assenza dei previsti permessi del Genio Civile e della Soprintendenza; Giuseppe Favaccio e Leonardo La Sita, rispettivamente, dirigente del settore Lavori Pubblici e direttore dei Lavori del Comune di Noto, che avrebbero sottoscritto una perizia di variante nella quale hanno attestato la necessità di eseguire prestazioni di servizio e forniture di beni in realtà già realizzate.
Favaccio risponde anche di abuso d’ufficio per aver affidato un incarico in maniera diretta. Dello stesso reato risponde anche Paolo Franza che, nella sua qualità di ragioniere contabile, acquistava, per conto della Casa di Reclusione, generi di Monopolio presso la tabaccheria intestata alla figlia. Franza, insieme a Marcello Fiore, risponde di peculato in quanto, in concorso, come ragioniere contabile e capo delle officine della Casa di Reclusione di Noto, si appropriavano di vario materiale per un valore quantificato in circa 96 mila euro. Infine Santo Mortillaro, nella qualità di rup, risponde di turbata libertà degli incanti, in quanto frazionava gli appalti e faceva affidamenti diretti inferiori a 40 mila euro per l’esecuzione di lavori di trasporto, facchinaggio e approvvigionamento di materiali per 4 milioni 776 mila 134 euro tra il 2014 e il 2015.
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