La notizia è di quelle importanti, Lukoil, il colosso russo del petrolio, ha annunciato l’acquisizione in Russia delle 411 stazioni retail e l’impianto di miscelazione dei lubrificanti di Torzhok, nella periferia di Mosca, di proprietà della Shell.

L’accordo Lukoil Shell

Il gigante inglese, a seguito del conflitto in Ucraina e delle sanzioni al paese di Putin, ha deciso di ritararsi dalla Russia. “L’operazione sarà completata dopo l’accordo del Servizio federale antimonopoli” spiega in un comunicato Lukoil, primo gruppo petrolifero privato in Russia, secondo solo alla società statale Rosneft.

Peraltro, Shell, alla fine del mese di febbraio, aveva annunciato la fine dei rapporti d’affari con Gazprom, ed all’inizio del mese di marzo, invece, aveva ribadito il ritiro dalla Russia, così come altri gruppi industriali occidentali.

Nubi sul Petrolchimico di Siracusa

La mossa di Lukoil, che certamente va in soccorso dell’economia della madrepatria, falcidiata dalle sanzioni, non può che preoccupare sul futuro del Petrolchimico di Siracusa dove il colosso russo possiede due raffinerie ed un impianto di cogenerazione.

Gli allarmi di Confindustria e sindacati

Del resto, nelle settimane scorse Confindustria, sindacati e deputazione siracusana hanno lanciato l’allarme su un imminente trasloco di Lukoil sia per la mancanza di aiuti pubblici per aiutare le aziende petrolifere a ridurre le emissioni di Co2 sia per le sanzioni comminate alla Russia. E l’accordo con la Shell avvicina sempre di più la Lukoil al suo paese.

Le sanzioni e gli effetti su Lukoil

“Le sanzioni – aveva detto nei giorni scorsi il parlamentare regionale di Prima l’Italia, Giovanni Cafeo – entreranno in vigore dal gennaio del prossimo anno ma sarà possibile, da qui fino alla fine dell’anno, importare petrolio solo in caso contratti di approvvigionamento già sottoscritti.

“Lukoil – aggiunge il deputato regionale di Prima l’Italia – non è in questa condizione, per cui lo slittamento all’inizio del prossimo anno delle sanzioni all’importazione del greggio russo non rinvia il pericolo per la produzione nel Petrolchimico, anzi lo crea subito”.

 

 

 

 

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