“Di quasi 1 miliardo di euro non arriverà nulla a Siracusa “. Lo afferma l’ex assessore di Siracusa, Carlo Gradenigo, presidente del movimento Lealtà e Condivisione che lancia l’allarme sulla mancanze di risorse, legate al piano idrico, recentemente presentato dall’assessore all’Agricoltura, Luca Sammartino.

Quali sono i progetti non inseriti?

“Con quei 846 milioni di euro – spiega l’ex assessore di Siracusa – Carlo Gradenigo –  si sarebbero potuti finanziare il recupero della condotta ex Cassa del Mezzogiorno e l’utilizzo del volume morto della diga Enel di Solarino per rifornire di acqua potabile la città di Siracusa, così come la ricostruzione del sistema di distribuzione del Consorzio di Bonifica 10 per il riuso agricolo delle acque depurate della città che oggi continuiamo a sversare nel porto grande con relativo inquinamento e sperpero di risorsa idrica (14 mln di mq anno gettati in mare”.

Ma ci sono questi progetti?

Si tratta di progetti previsti e inseriti da due anni sia nel piano d’ambito dell’ATI che nel contratto di affidamento del servizio idrico del Comune di Siracusa ma che non figurano oggi all’interno del piano idrico regionale” taglia corto il presidente di Lealtà e Condivisione.

Le responsabilità

Secondo quanto sostenuto da Gradenigo ci sono delle responsabilità precise: “Tutto questo nonostante il sindaco Italia sia al contempo Presidente dell’ATI e Assessore – attacca Gradenigo – al Servizio Idrico del Comune di Siracusa e il vicesindaco Bandiera sia ancora dirigente proprio del Consorzio di Bonifica 10 di Siracusa nonché ex Assessore Regionale a quell’assessorato all’agricoltura che ha approvato il suddetto piano multimilionario”.

L’inquinamento del Porto Grande

Peraltro, l’ex assessore siracusano solleva un’altra questione, quella dell’inquinamento del Porto Grande: “Il mare del Porto Grande è marrone per la sostanza organica scaricatavi dal depuratore e l’agricoltura continua a prosciugare la falda e utilizzare l’acqua oligominerale del canale Galermi per irrigare”. Oltre al fatto che “i nostri rubinetti erogano acqua salata”.

L’appello al Consiglio comunale

“Alla luce di ciò invitiamo il Consiglio Comunale, nonché tutte le forze politiche – dice Gradenigo – e sociali interessate, ad una urgente e condivisa mobilitazione per l’immediata produzione dei progetti oggetto della concessione in atti vigente tra il Comune e la SIAM s.p.a. così come il Sindaco e la sua giunta ad utilizzare i rispettivi ruoli istituzionali per integrare tutte le opere menzionate nel suddetto piano idrico regionale dando alla città una reale prospettiva di miglioramento ad iniziare dalla qualità della risorsa idrica erogata nelle nostre case, anziché limitarsi a vantare strade e casette dell’acqua”