A Siracusa basta ormai una pioggia intensa, anche di durata limitata, per riportare la città in una condizione di emergenza diffusa. Strade allagate, tombini che saltano, viabilità compromessa: una dinamica che non appare più episodica, ma strutturale. Gli eventi meteorologici delle ultime ore confermano un problema noto, più volte segnalato da istituzioni, tecnici e organi di informazione.

La presa di posizione dell’amministrazione

Nella nota diffusa oggi, l’assessore alla Mobilità e ai Trasporti, Enzo Pantano, descrive una situazione di forte stress del sistema di raccolta delle acque meteoriche, con il sollevamento di numerosi tombini e gravi rischi per la sicurezza stradale. La convocazione urgente di Siam, gestore del servizio idrico integrato, e la richiesta di interventi tampone immediati rappresentano una risposta necessaria nell’immediato, finalizzata a ridurre i pericoli per cittadini e automobilisti.

La stessa amministrazione riconosce implicitamente che le misure in corso, tra cui manutenzioni localizzate su pozzetti e marciapiedi e monitoraggio costante, non possono sostituire interventi strutturali di più ampio respiro.

Un problema ormai cronico

Il tema degli allagamenti a Siracusa è da anni al centro di dibattiti pubblici: relazioni comunali, documenti della Protezione Civile e report di ISPRA sul dissesto idrogeologico collocano il territorio siracusano tra quelli esposti a un rischio idraulico significativo, aggravato da fattori urbanistici e infrastrutturali.

Le criticità

Tra i nodi più importanti ci sono l’inadeguatezza della rete di smaltimento delle acque meteoriche, spesso obsoleta e dimensionata su regimi pluviometrici non più attuali; l’elevata impermeabilizzazione del suolo urbano, conseguenza di decenni di espansione edilizia non accompagnata da adeguate opere di drenaggio; la carenza di manutenzione sistematica, più volte evidenziata da segnalazioni dei cittadini e verifiche tecniche.

Le zone più colpite

Gli allagamenti interessano alcune zone della città: viale Scala Greca e zone limitrofe sono spesso interessate da accumuli d’acqua che rendono impraticabile la carreggiata; Tica, Pizzuta e Epipoli, quartieri residenziali in cui il sistema di deflusso risulta insufficiente; Grottasanta e Borgata, dove il sovraccarico dei pozzetti provoca frequenti sollevamenti dei tombini, mentre le aree prossime alla costa sono maggiormente esposte  alle mareggiate

Le possibili soluzioni secondo studi tecnici e scientifici

La letteratura tecnica e gli studi condotti da ingegneri idraulici, urbanisti e centri di ricerca convergono su alcune linee di intervento ormai consolidate.

Adeguamento idraulico delle condotte

Le reti esistenti, secondo gli esperti, devono essere ridimensionate sulla base dei nuovi scenari climatici, caratterizzati da piogge brevi ma molto intense, come indicato da studi del CNR e dell’ISPRA.

Sistemi di drenaggio urbano sostenibile (SUDS)

L’adozione di soluzioni come pavimentazioni permeabili, vasche di laminazione, trincee drenanti e aree verdi di assorbimento consente di rallentare il deflusso e ridurre la pressione sulle reti.

Manutenzione programmata e monitoraggio continuo

La pulizia periodica di caditoie e pozzetti, associata a sistemi di monitoraggio del livello idrico, è considerata una misura essenziale di prevenzione

Pianificazione urbanistica orientata alla resilienza

Gli studi più recenti sottolineano la necessità di integrare il rischio idraulico nella pianificazione urbana, limitando l’impermeabilizzazione e recuperando spazi di espansione naturale delle acque.