Sono ancora sotto shock i colleghi di Peppe Murè, l’agente della Squadra mobile di Siracusa che, nei giorni scorsi, si è ucciso sparandosi con la pistola d’ordinanza negli uffici della Questura.

L’uomo, 42 anni, originario di Priolo, avrebbe scelto una stanza insonorizzata, al secondo piano del palazzo di viale Santa Panagia, per farla finita. I funerali sono previsti oggi, alle 15, a Priolo.

Secondo poliziotto di Priolo suicida

Colpisce la circostanza che un altro poliziotto di Priolo, ma in servizio a Milano, si è tolto la vita allo stesso modo nel settembre dello scorso anno.

Agente si impicca dopo una cena coi colleghi

Due mesi dopo, un poliziotto della Questura, distaccato al Tribunale di Siracusa, si è ucciso nella sua villetta, in contrada Ognina, dopo aver  cenato insieme a dei colleghi. A queste tragedie ne va aggiunta un’altra, quella di un agente di polizia penitenziaria che, a novembre del 2022, si è sparato usando la sua pistola d’ordinanza.

I suicidi in divisa

I suicidi in divisa è stato un tema che è stato al centro del congresso organizzato dal Mosap, un sindacato di polizia, la cui responsabile per la Sicilia è Fernanda Aronica, assistente capo coordinatore della polizia di Stato, che da anni presta servizio nella Questura di Siracusa.

Casi in crescita

“Il fenomeno dei suicidi in divisa è purtroppo in costante aumento. Bisogna dire che l’amministrazione di tutti i corpi di polizia non prevede, per il personale armato, percorsi adeguati per gestire la problematica” spiega Ferdanda Aronica.

I poliziotti in difficoltà non incentivati a parlare

Quasi tutti i poliziotti preferiscono tenere dentro le loro difficoltà perché temono di perdere opportunità di carriera. “Capita che scattino dei rigidi protocolli, tra cui la sottrazione dell’arma che implica la perdita momentanea, in alcuni casi dello stipendio, o la decurtazione dello stesso, senza contare il finire sotto esame delle Commissioni mediche ospedaliere per il conseguimento della idoneità al servizio, che potrebbe anche scaturire nella perdita del posto di lavoro” dice Aronica.

Le soluzioni

Tra le soluzioni indicati dalla sindacalista, la possibilità di avviare dei percorsi,” rendendoli obbligatori, ma al tempo stesso non pregiudicanti, periodici colloqui con uno specialista esterno all’amministrazione, già in atto da anni nella polizia  di alcuni Stati”.

 

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