La protesta degli agricoltori siciliani ha toccato anche il Siracusano. A partire dalle 14, circa 60 persone hanno iniziato un corteo, accompagnati da 40 mezzi, tra trattori e jeep, percorrendo alcune strade provinciali, tra cui la Statale 114, nel tratto di Augusta, e poi le Provinciali 96 e 3, nella zona nord del Siracusa. Sul posto anche gli agenti della Digos della Questura di Siracusa e della Polizia provinciale. Il corteo si è concluso da poco, sostituito da un presidio con 20 agricoltori che dispongono di 5 mezzi agricoli.

Le proteste in Sicilia

Sulla scia di quanto sta avvenendo a livello nazionale ed europee, il movimento isolano continua a puntare il dito sulle recenti politiche UE e nazionali in materia di coltivazione ed allevamento. Così come avvenuto ieri, anche oggi gli agricoltori hanno marciato con i propri trattori. Ad essere coinvolta la SS626 Caltanissetta-Gela, nel tratto fra Pietraperzia (EN) e ponte Capodarso (EN). Presidi ad Agrigento e Modica (RG).

I manifestanti

Al grido di “La Sicilia alza la voce”, i manifestanti si sono dati questa mattina appuntamento in provincia di Enna, dove hanno messo in scena una nuova marcia di trattori. Decine i mezzi presenti anche oggi, i quali hanno percorso a bassa velocità il tratto della SS626 compreso fra Pietraperzia e ponte Capodarso. Protesta alla quale si sono affiancati alcuni presidi in città. Coinvolti in particolare i comuni di Modica (RG) ed Agrigento. In quest’ultimo caso, alcune decine di manifestanti si sono dati appuntamento in piazza Aldo Moro. Alle 14 è poi atteso un nuovo corteo di trattori in quel di Augusta. Le proteste continueranno anche nei prossimi giorni, con cortei attesi anche nel Ragusano e sulle Madonie.

Nessuna risposta

La protesta dovrebbe proseguire ad oltranza, in attesa di risposte dal mondo politico. Ma ad oggi, nè da Roma nè da Palazzo Orleans sembrano essere arrivate proposte convincenti. E, nei giorni scorsi, i manifestanti hanno puntato il dito proprio sulla politica, oltre che sulle organizzazioni sindacali di categoria. “Ci sentiamo traditi”, aveva dichiarato Franco Calderone, organizzatore del presidio convocato lunedì alla Prefettura di Palermo.