Si presenteranno nelle prossime ore davanti al gip del Tribunale di Siracusa i 4 indagati, arrestati dai carabinieri per la rapina in una villa di contrada Arenella-Fanusa ed il sequestro di due persone.

Chi sono gli arrestati

Sono in carcere Danilo Casto, 40 anni, l’unico siracusano della presunta banda, e poi i catanesi, Antonio Guardo, 35 anni, Giuseppe Piterà, 22 anni, e Ignazio Scattamaglia, 42 anni.

Il basista

Secondo quanto emerge nelle indagini dei carabinieri di Siracusa, coordinate dai magistrati della Procura di Siracusa, un ruolo chiave lo avrebbe avuto Danilo Casto, del resto, per gli inquirenti, sono uno di Siracusa avrebbe potuto individuare il bersaglio da colpire, anche perché, stando alla tesi delle forze dell’ordine, in quella zona ci sarebbe un’area di rimessaggio di barche frequentata dal 40enne, che, comunque, ha precedenti penali per reati contro il patrimonio ed è difeso dall’avvocato Junio Celesti.

Scattamaglia già arrestato a gennaio

La misura cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Siracusa, ha interessato anche Ignazio Scattamaglia, che era stato già fermato nel gennaio scorso, poco dopo la rapina, sempre dai carabinieri. Nel corso dell’interrogatorio, al palazzo di giustizia nelle ore successivo alla misura cautelare, il catanese avrebbe detto di non essere lui uno dei banditi autori della rapina in quella villa. Inoltre, avrebbe spiegato che si era recato a Siracusa per questioni di affari legate al suo lavoro, avendo un ruolo nel campo della nautica.

La dinamica della rapina

I rapinatori, col volto coperto dai passamontagna ed armati, aggredirono le persone uno dei figli del proprietario e la fidanzata, immobilizzandole con delle fascette in plastica e imbavagliate con del nastro adesivo. Le vittime furono minacciate con armi e coltelli per svelare il luogo di custodia di soldi e gioielli. Dopo aver messo la casa a soqquadro, i rapinatori rubarono numerosi oggetti di valore ed una cassaforte per poi scappare. Dopo essersi liberate, le vittime chiamarono i carabinieri che intercettarono la macchina ma la banda riuscì a fuggire a piedi. La cassaforte venne abbandonata e ritrovata insieme ai passamontagna e dei guanti, grazie ai quali è stato possibile identificare uno dei rapinatori con il Dna

 

 

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