Questa notte il Consiglio dei Ministri ha provveduto ad approvare il Piano Strategico relativo al riordino delle Autorità Portuali portandole da 24 a 15.
Tre di queste Autorità Portuali riguarderanno la Sicilia: Quella del Mar Tirreno Meridionale, che comprenderà anche i porti di Messina e Milazzo, quella della Sicilia Occidentale, con Palermo porto core e quello della Sicilia Orientale con Augusta porto core, comprendente anche Catania.
Lo comunica l’On. Vincenzo Vinciullo, Presidente della Commissione ‘Bilancio e Programmazione’ all’ARS.
“È stato così, come previsto dalla Comunità Europea – spiega Vinciullo – recepito il principio generale che tutti i porti core siano sede ufficiale della Autorità Portuale e rispettato il principio che le leggi devono essere generali ed universali e mai particolari e specifiche e per cui ciò che vale a Trieste vale anche in Sicilia.
Un risultato storico che è stato ottenuto dopo anni di duro lavoro contro le cassandre e i gufi di turno che, di volta in volta, hanno messo in discussione il principio secondo cui il Governo avrebbe rispettato la legge.
Nel frattempo, sono stati rifinanziati per circa 67 milioni di euro una serie di opere infrastrutturale all’interno del porto commerciale di Augusta, in modo da renderlo quanto più competitivo possibile.
La riforma approvata questa notta dà la possibilità alle Regioni, soprattutto a quelle a Statuto Speciale, di chiedere l’inserimento di altri porti nel sistema della nuova portualità.
Sarebbe pertanto opportuno che la Regione proponesse l’inserimento anche dei porti di Siracusa e di Pozzallo, in modo che anche questi due ultimi porti possano fare sistema e squadra in un progetto più ampio e complesso.
Adesso – prosegue l’On. Vinciullo, comincia una nuova stagione in cui bisognerà trovare tutte la ragioni per le quali Catania e Augusta debbono stare insieme, rafforzando le proprie potenzialità, come dicevo prima, con l’inserimento dei porti di Siracusa e Pozzallo in questo grande contenitore.
Insieme – continua l’On. Vinciullo – tutte l’area del Sud Est della Sicilia può diventare il più grande porto del Mediterraneo, insieme le quattro realtà siciliane possono integrarsi, dal momento che hanno e danno risposte complementari alla Sicilia, all’Italia e al Mediterraneo intero.
La velocizzazione dell’Augusta-Bicocca, la realizzazione di una stazione ferroviaria all’interno dell’aeroporto di Catania, il collegamento con l’aeroporto di Comiso, l’integrazione del sistema stradale e ferroviario con quello aereo e navale rappresenteranno un momento di ricchezza e di arricchimento non solo per le tre province ma per tutta la Sicilia.
Adesso – conclude – l’On. Vinciullo, con fiducia guardiamo al futuro, un futuro che potrà essere quanto più roseo possibile quanto più intelligenti saranno gli uomini e le donne che saranno chiamati a governare la nuova portualità della Sicilia Orientale”.
“Il riordino delle autorità portuali italiane con l’accorpamento di 7 scali calabresi con Messina e Milazzo è un ottimo risultato. La creazione dell’autorità di ‘Sistema Portuale dello Stretto’, la più grande del Sud Italia, rappresenta un traguardo insperato ed è di buon auspicio per la rinascita di Messina”.
Lo afferma, in una nota il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone.
“Nonostante i molti ostacoli e le diverse resistenze, alcune anche occulte – continua il presidente dell’Ars – ce l’abbiamo fatta. L’inserimento di Messina nell’Authority che vedrà il porto calabrese di Gioia Tauro come capofila è senza dubbio un arricchimento per la nostra città perché apre scenari di grande potenzialità, soprattutto in chiave europea. Non aveva senso restare tagliati fuori da questo circuito per la sola ambizione, molto localistica, di continuare a fare da capofila per poter esprimerne la presidenza”.
La nuova Autorità avrà competenza su Gioia Tauro, Crotone (porto vecchio e nuovo), Corigliano Calabro, Taureana di Palmi, Villa San Giovanni, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Messina, Milazzo e Tremestieri.
“Il “sistema Sicilia”, con Augusta, Catania, Siracusa e Messina – prosegue ancora Ardizzone – non avrebbe portato nessun vantaggio, né nuova ricchezza allo Stretto. Era sbagliato, quindi, fare un discorso di poltrone o di sede. L’accorpamento del porto di Messina con la Calabria va nella direzione di una vera e propria integrazione delle due aree metropolitane dello Stretto, oltre a gettare le basi perché la nuova Authority diventi la più competitiva del Mediterraneo, il vero porto del Sud Europa”.
Commenta con Facebook