“Oggi il governo approverà un decreto legge per impedire la chiusura della Lukoil, temporaneamente lo Stato interverrà nella gestione della raffineria mentre si continuerà a lavorare per individuare una soluzione definitiva che assicuri continuità produttiva e posti di lavoro”. Lo afferma l’ex parlamentare nazionale, Stefania Prestigiacomo in merito alla soluzione individuata dal Governo Meloni sulla soluzione della crisi Lukoil oggi in discussione al Consiglio dei ministri che si riunirà nel primo pomeriggio.

“Draghi ha ignorato il problema”

“Prendiamo atto che, al contrario del governo Draghi, che aveva ignorato o comunque fortemente sottovalutato l’emergenza Lukoil, il nuovo esecutivo di centrodestra ha affrontato seriamente e tempestivamente una crisi economica e politica che rischiava di avere effetti devastanti” ha concluso Stefania Prestigiacomo anticipando, così, la soluzione individuata dal Governo.

“Individuata soluzione provvisoria” dice Schifani

L’anticipazione della ex parlamentare nazionale è confermata dal presidente della Regione, Renato Schifani, nel corso delle dichiarazioni programmatiche all’Ars “Oggi il Consiglio dei ministri decreterà una soluzione tampone, provvisoria, quella dell’amministrazione fiduciaria per impedire il blocco delle macchine e dell’attività e le conseguenti catastrofi occupazionali. E’ una soluzione importante che consentirà eventualmente la vendita della Lukoil. Ma, in assenza di possibili acquirenti, non si può escludere la nazionalizzazione come è avvenuta in Germania. Vigileremo e faremo la nostra parte”.

“Seguiamo attentamente questa vicenda – ha proseguito -, e come governo regionale ci siamo messi a disposizione di qualunque forma di collaborazione prevedendo anche che l’Irfis possa fare la sua parte implementando la garanzia Sace”, ha concluso Schifani.

La soluzione tedesca

La decisione dell’Esecutivo ricalca quanto accaduto l’estate scorsa in Germania, con l’acquisizione da parte del Governo tedesco della raffineria di Schwedt, a Brandeburgo che si è tradotto con il controllo delle attività del gigante petrolifero russo Rosneft.

Questa ipotesi è stata suggerita dal Pd, che, la settimana scorsa, ha presentato un emendamento, primo firmatario il senatore siracusano Antonio Nicita. In sostanza, lo Stato assumerebbe l’amministrazione fiduciaria delle raffinerie Isab-Lukoil per sei mesi, prorogabile di altri sei. Il Governo, nelle prossime ore, illustrerà le modalità di questa acquisizione che, comunque, appare molto complessa.

L’acquisto di petrolio da altri paesi

Individuata questa soluzione e con l’embargo alle importazioni di petrolio dalla Russia alle porte, scatterà il 5 dicembre, l’amministrazione delle raffinerie, di fatto nelle mani dello Stato, potrà acquistare grezzo da altri paesi non soggetti alle sanzioni dell’Ue e degli Stati Uniti.  Le banche italiane, infatti, nonostante la garanzia della Sace, una controllata del Mef, hanno sempre mantenuto una posizione intransigente su Lukoil, non fornendo alcun prestito dallo scoppio della guerra, temendo conseguenze per i possibili aiuti ad una azienda gravitante nell’orbita russa.

Le conseguenze

Avendo come interlocutore il Governo e non più la Litasco, la società proprietaria delle raffinerie di Priolo, gli istituto di credito potranno fornire la liquidità necessaria per l’acquisto prodotto e la prosecuzione della produzione. Che, se interrotta, avrebbe causato un tracollo economico senza precedenti, con circa 8 mila posti di lavoro polverizzati, ed un effetto domino spalmato su tutta la Sicilia. Peraltro, Lukoil fornisce il 22 per cento del carburante che circola in Italia, per cui il caso della raffineria del Petrolchimico è di interesse nazionale.