Il commissario straordinario dell’Asp di Siracusa ha deliberato il conferimento degli incarichi libero professionali a 13 medici per la copertura totale dei turni h 24 nelle case circondariali per un totale di 1.380 ore mensili che si integreranno alle ore già coperte dai medici di Continuità assistenziale e dai 3 medici titolari ex Sias. Un provvedimento necessario vista la carenza di personale medico nelle strutture penitenziarie.

Migliorare assistenza sanitaria ai detenuti

“Ritengo opportuno e consequenziale – ha detto il manager Caltagirone al termine del sopralluogo – realizzare una serie di azioni, che possano consentire una migliore assistenza sanitaria ai detenuti, con un incremento immediato del personale medico a cui stiamo già provvedendo conferendo gli incarichi a 13 medici che hanno risposto al bando per l’assistenza sanitaria dedicata e la possibilità di dotare l’infermeria e gli ambulatori di apparecchiature adeguate”.

Mancano macchinari

Tra le altre criticità la mancanza di strumenti diagnostici: sotto questo punto di vista il commissario dell’Asp ritiene che si possa migliorare la situazione. Elaboreremo un piano di interventi che preveda acquisiti di apparecchiature mancanti o la sostituzione di quelle obsolete, comprese quelle radiologiche, per dotare il personale medico ed infermieristico di dotazioni strumentali moderne e all’avanguardia necessarie all’assistenza non escludendo anche la possibilità di utilizzare nuove tecnologie nel campo della Telemedicina nonché unità mobili per evitare spostamenti, per quanto possibile, verso le strutture sanitarie esterne alle Case circondariali”.

Firmano 30 infermieri

Contestualmente, l’Asp fa sapere che hanno firmato il contratto a tempo determinato 30 infermieri destinati all’assistenza domiciliare integrata in H 24 per i pazienti con disabilità gravissima. All’appello ne mancano ancora 12.

“Via via nei prossimi giorni, completate le procedure di rito, entreranno in servizio anche gli altri 12. Il primo gruppo già da lunedì per alcuni giorni si recherà nei reparti di Terapia intensiva degli ospedali per acquisire una formazione specifica anche per l’utilizzo delle diverse apparecchiature e faranno un primo ingresso nelle famiglie affiancati per un turno da personale già esperiente che possa, assieme al caregiver, introdurli nella conoscenza del paziente e dei suoi bisogni” conclude Caltagirone