- Duro affondo della Cgil dopo lo sgombero dei braccianti stranieri da alcune case abbandonate
- Secondo il sindacato, si è colpita la categoria più debole mentre i caporali continuano ad operare
- Chiesto un incontro in Prefettura per trovare delle situazioni dignitose per i migranti
“Invece di colpire i caporali e chi sfrutta i migranti si usa il pugno di ferro nei confronti dei lavoratori stagionali”.
Lo afferma il segretario generale della Cgil di Siracusa, Roberto Alosi, dopo lo sgombero di stamane dei migranti da alcune abitazioni abbandonate al Borgo Antico, a Cassibile, a sud di Siracusa, dove domani si terrà un incontro organizzato dal Comitato No Villaggio che si batte contro la costruzione di un centinaio di alloggi per ospitare i braccianti agricoli.
Braccianti sfruttati
Il segretario generale della Cgil di Siracusa, Roberto Alosi, nel richiamare la comunità di Cassibile ai valori dell’integrazione e della solidarietà, si rivolge anche all’amministrazione comunale “affinché risponda ai bisogni di una comunità da troppo tempo trascurata nei diritti di cittadinanza sotto il profilo dei servizi e del decoro urbano”.
“Vorrei fare presente che i migranti che – ormai da qualche decennio – arrivano a Cassibile per i grandi raccolti stagionali, anche in piena pandemia hanno garantito il cibo sulle nostre tavole; eppure sono costretti, sotto gli occhi di tutti, a vivere in pessime condizioni igienico-sanitarie, a subire abusi e forme di sfruttamento incontrollato”.
Lotta ai caporali
La Cgil Siracusa chiede maggiori controlli perché il lavoro nelle campagne resta saldo nelle mani dei caporali. “Sono anni – dice Alosi – che la Cgil chiede il collocamento pubblico in agricoltura affinché il rapporto fra domanda e offerta non avvenga, come succede ancora oggi, nelle piazze e nelle mani dei caporali”.
Alosi ha anche chiesto alla Prefettura la convocazione di un tavolo “che insieme a tutti i soggetti a vario titolo interessati, coinvolga anche i sindaci dei Comuni ove operano prevalentemente i migranti, al fine di porre le basi per una dignitosa accoglienza”.
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