• Il villaggio per i migranti a Cassibile ospiterà meno di 100 braccianti
  • Secondo una forza di governo della giunta di Siracusa il rischio di una nuova baraccopoli è concreto
  • I residenti di Cassibile hanno manifestato per dire di no al villaggio per i braccianti stranieri

A svelare che il rischio di una nuova baraccopoli a Cassibile, quartiere a sud di Siracusa, è concreto lo dice una forza politica dentro la giunta comunale di Siracusa: Lealtà e Condivisione.

Gli alloggi per i migranti

Eppure, la stessa amministrazione comunale, proprio per evitare il pericolo delle baracche, ha individuato un’area, attorno alla cintura del centro abitato, dove realizzare degli alloggi, con tanto di bagni ed altri servizi, per ospitare i braccianti agricoli stranieri che, ogni anno, in primavera, si riversano in questo territorio per la raccolta delle produzioni agricole.

La baraccopoli della vergogna

L’anno scorso, a ridosso di Cassibile, fu  allestita una mega baraccopoli abusiva, priva di ogni requisito sanitario ed in piena pandemia la comunità sollevò la questione, al punto da far dire al sindaco che non si sarebbe mai più ripetuta una situazione del genere. Da qui, l’idea di unità abitative dove far dormire i migranti nel rispetto della legge e della dignità umana ma questa soluzione non piace per nulla alla popolazione di Cassibile, scesa in piazza sabato per dire di no. Solo che le perplessità dei residenti sono praticamente confermate proprio da Lealtà e Condivisione.

Rischio di nuove baracche

“E’ stato obiettato che il progetto comunale potrà rispondere alle esigenze di meno di cento persone e che il grosso dei lavoratori, che non potranno fruirne, continueranno a dar vita al ben noto fenomeno della baraccopoli. Vero, ma questo dato si spiega con due ragioni, una delle quali risiede nella necessità di utilizzare i moduli prefabbricati allo stato disponibili” spiega Enzo Guglielmo, presidente di Lealtà e Condivisione, il movimento rappresentato in giunta dall’assessore Rita Gentile.

“No al mega villaggio”

L’altra causa è la seguente “L’amministrazione non punta a realizzare un mega villaggio, utile per tutti i lavoratori, ma un sito nel quale possano trovare dignitosa ospitalità quelli destinati ad essere utilizzati nelle aziende agricole viciniori, mentre per gli altri, la stragrande maggioranza, per i quali occorrerà comunque assicurare nell’immediato condizioni di vivibilità altrettanto dignitose, è già previsto che vengano attivate soluzioni analoghe nei territori dei Comuni su cui gravitano le altre attività agricole”.

 

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