Così lontane eppure così vicine, almeno nella gestione dei rifiuti. Sono Siracusa e Palermo, che non sono solo legate da uno storico gemellaggio calcistico anche se nel corso degli anni si è sfumato ma hanno scoperto di avere lo stesso problema, cioè non riuscire a convincere una fetta della propria città a differenziare l’immondizia.

Il flop

Niente, tutto inutile, pure gli appelli, con tanto di campagne social o comunicati stampa, sono risultati vani e così, dopo quanto deciso nel capoluogo siciliano sul quartiere Borgo Nuovo, nel popolosissimo rione della Mazzarrona di Siracusa sono tornati i cassonetti dell’immondizia, in particolare in Largo Luciano Russo e via Decio Furnò.

Si torna negli anni 90

Insomma, come una volta, quando, nei bustoni di plastica era possibile infilare di tutto: carta, cartone, vetro, scarpe, stracci, pezzi di legno, i resti del pranzo e della cena. Una scelta che porta all’indietro le lancette dell’orologio quando la gestione dei rifiuti non era un problema, tanto andava tutto nelle mega discariche, in realtà esistono ancora, come la sconfinata Sicula Trasporti, in territorio di Lentini, sotto amministrazione giudiziaria dopo l’inchiesta per mafia della Dda di Catania sulla famiglia Leonardi.

La resa dell’amministrazione

L’amministrazione comunale ha, dunque, alzato le mani, in segno di resa, dopo che la differenziata alla Mazzarrona è praticamente fallita, presumibilmente per colpa di un’evasione della Tari piuttosto cospicua: nel 2019, poco prima della diffusione del Covid19, nel corso di un Consiglio comunale venne fuori che circa il 45% dei residenti non pagava l’imposta, per cui tutto il carico ricadeva sugli onesti.

Differenziata insufficiente ed evasione della Tari

Ecco, la differenziata: i numeri dicono che la città è al 50%, abbastanza distante da realtà comunali più o meno simili, come Ragusa, che è al  70%, o Agrigento (68,4%%)  e Trapani (65,2%). I conti sono presto fatti: metà dei siracusani smaltisce correttamente i rifiuti, pagando ogni anno la Tari, l’altra, invece, abbandona i rifiuti dove capita ed il Comune per “premiarli” gli piazza i cassonetti.

I mal di pancia tra gli alleati del sindaco

Ma tra gli alleati dell’amministrazione ci sono dei malumori su questa scelta, letta come un segno di debolezza verso la città che continua a credere nel percorso della legalità.

Fallimento sui Ccr

Una resa che si lega anche al fallimento della politica su Centri comunali di raccolta: di fatto, ce ne è uno solo, quello in contrada Targia, l’altro in contrada Arenaura è sotto sequestro da anni per via di un’inchiesta della Procura di Siracusa. Un altro, ma piccolissimo, è ricavato a Cassibile mentre altri tre, inseriti peraltro nel Pnrr, rientrano ormai nelle leggende metropolitane. Per quello in via Sturzo, alla Mazzarrona, ci sono state mobilitazioni di protesta, poi la pietra tombale è stata messa dalla Sovrintendenza per via della presenze di antichità, che, a Siracusa, non mancano di certo. Degli altri due Ccr, nell’area di contrada Carancino e della Pizzuta, si sono perse le tracce.

La raccolta a singhiozzo

Nelle ultime settimane, problemi, legati alla raccolta, si sono manifestati in Ortigia, il gioellino di Siracusa, il vero motore del turismo in città ma situazioni analoghe si sono manifestate anche in altri quartiere meno pregiati del centro storico. Il contratto con la Tekra, la società che nel 2020 ha ottenuto l’appalto della nettezza urbana per un ammontare di oltre 121 milioni di euro, scadrà nel 2027, per cui l’amministrazione dovrà già pensare alla redazione del bando europeo.