“Ho chiesto di essere processato perché spiegherò  bene ai giudici come la polvere di pirite è stata smaltita negli anni passati”.  Si mostra sicuro di se il sindaco di Priolo, Pippo Gianni, indagato, insieme a tre funzionari del Provveditorato delle Opere pubbliche per abbandono di rifiuti tossici nell’area di Priolo. Nel corso dell’udienza, al palazzo di giustizia di Siracusa, davanti al giudice per le udienze preliminari del tribunale di Siracusa, Carla Frau, gli indagati hanno chiesto di essere  giudicati con il rito ordinario.

L’inchiesta è stata aperta dalla Procura di Siracusa circa un anno fa dopo alcune segnalazioni sulla presenza della polvere di pirite a Priolo.”Dopo 11 anni si sono ricordati – ha detto il sindaco di Priolo, Pippo Gianni – della presenza di pirite e nelle settimane successive al mio insediamento ho ricevuto un avviso di garanzia. A questo punto, il processo servirà per chiarire quel che è stato fatto negli anni scorsi quando io non ero sindaco”. La prossima udienza è stata fissata per il 19 febbraio.

Di vicende giudiziarie, Pippo Gianni ne ha attraversate parecchie ma negli ultimi anni ci è entrato come vittima. Dalla denuncia dell’attuale sindaco di Priolo è, infatti, nato il procedimento nei confronti di un dipendente del tribunale di Siracusa, accusato della sparizione delle schede elettorali  relative alle elezioni regionali del 2012, quelle al centro dell’inchiesta della Procura di Roma,  che, nel febbraio dello scorso anno, chiese ed ottenne l’arresto del deputato regionale Pippo Gennuso e di tre giudici.

 

 

 

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