“E’ già accaduto nel 2018 alle elezioni amministrative, perché non sarebbe dovuto accadere ancora?” E’ la domanda retorica posta dall’avvocato Ezechia Paolo Reale, ex assessore regionale all’Agricoltura, in merito al pasticcio nello spoglio in 43 sezioni nel Siracusano, 42 nel capoluogo ed 1 a Lentini (ed ancora in 2 sezioni di Agrigento e 2 a Villalba, nel Nisseno), in occasione delle elezioni regionali del 25 settembre, al punto da fermare l’intera macchina amministrativa siciliana.

Regione paralizzata

Il presidente della Regione non è stato ancora proclamato, non è stata ancora definita l’attribuzione dei seggi per i parlamentari eletti, insomma tutto è paralizzato. Nelle ore successive all’inizio dello scrutinio, quando i dati tardavano ad arrivare a Palermo, la Prefettura di Siracusa aveva sollevato il problema dell’inesperienza dei presidenti di seggio ed a tal proposito BlogSicilia ha raccolto la testimonianza di un rappresentante di lista sull’incapacità di un presidente di contare le preferenze, sia delle liste sia dei singoli candidati.

Rischio di voto falsato

Il Tribunale di Siracusa sta compiendo le verifiche sulle 43 sezioni ma non sulle schede elettorali, per cui sarebbe necessario un provvedimento del Tar, quanto sui verbali redatti dagli stessi presidenti di seggio che sono andati nel pallone durante le operazioni di scrutinio. Vuol dire che il conteggio rischia di basarsi su una documentazione compilata erroneamente.

Il caso delle elezioni del 2018 a Siracusa

“Certo che il rischio di voto falsato è concreto” dice Ezechia Paolo Reale, che ricorda il precedente caso, sempre a Siracusa, in occasione delle elezioni amministrative del 2018 per eleggere il sindaco ed i consiglieri comunali.

La tornata elettorale è stata al centro di un ricorso presentato da Reale, candidato a sindaco del Centrodestra, in merito a presunte irregolarità nello scrutinio. Il Tar di Catania, accogliendo l’istanza, dispose l’annullamento della proclamazione a sindaco di Francesco Italia, esponente del Centrosinistra, ed una mini elezione in 9 sezioni dove sarebbe state accertate delle violazioni.

Un provvedimento poi sconfessato dai giudici del Cga che rimisero in carica Italia, confermando la validità delle elezioni del 2018. Ma i dubbi permangono anche perché è strano che in due elezioni sia scoppiato un caos nel conteggio dei voti.

“Ecco cosa è accaduto in 4 seggi nel 2018”

L’avvocato Reale spiega a BlogSicilia quanto accaduto in 4 seggi durante le operazioni di scrutinio.

“Utilizzo come esempio solo quattro seggi elettorali per la macroscopicità delle irregolarità, immediatamente comprensibili, tenendo presente che anche in altri seggi sono state riscontrate irregolarità “minori”, per numeri meno rilevanti ma ugualmente significativi” premette Reale.

Solo 39 voti trascritti su 407 voti validi

“Nel primo seggio hanno espresso – dice Reale – un voto valido per il Consiglio Comunale 407 elettori ( il dato è certo perché in seguito a un ricorso proposto il Tribunale Amministrativo ha delegato il prefetto ad aprire la busta sigillata contenente le schede elettorali e a controllarne il numero). Consultando i verbali e la tabella di scrutinio la Commissione Elettorale Centrale ha trovato solo 39 voti trascritti”.

La trascrizione sui verbali

“Nel secondo seggio hanno espresso – racconta Reale – un voto valido per il Consiglio Comunale 491 elettori ( il dato è certo perché in seguito a un ricorso proposto il Tribunale Amministrativo ha delegato il prefetto ad aprire la busta sigillata contenente le schede elettorali e a controllarne il numero). Consultando i verbali e la tabella di scrutinio la Commissione Elettorale Centrale ha trovato solo 48 voti trascritti”.

Nel terzo seggio hanno espresso un voto valido per il Consiglio Comunale 391 elettori ( il dato è certo perché in seguito a un ricorso proposto il Tribunale Amministrativo ha delegato il prefetto ad aprire la busta sigillata contenente le schede elettorali e a controllarne il numero). Consultando i verbali e la tabella di scrutinio la Commissione Elettorale Centrale ha trovato solo 39 voti trascritti.

I voti scomparsi

In totale, quindi, 1.163 voti “scomparsi”. Nel quarto seggio – prosegue Reale – hanno espresso il voto per il Consiglio Comunale 726 elettori ( il dato è certo perché in seguito a un ricorso proposto il Tribunale Amministrativo ha delegato il prefetto ad aprire la busta sigillata contenente le schede elettorali e a controllarne il numero). Consultando i verbali e la tabella di scrutinio la Commissione Elettorale Centrale ha trovato 859 voti trascritti. Almeno ( non volendo considerare schede bianche e nulle) 133 voti in più, quindi, rispetto al numero degli elettori votanti: 133 voti letteralmente inventati”.

L’assegnazione dei seggi falsata

Sulla scorta di questa ricostruzione, per Reale “l’assegnazione dei seggi e la proclamazione degli eletti è avvenuta sulla base di questi dati la cui falsità balza agli occhi con assoluta evidenza, senza necessità di particolari approfondimenti. Un totale di voti irregolari pari a 1.296″.

Il partito fantasma

Per far comprendere la portata dei voti, Reale raffronta il “risultato” del cosiddetto partito fantasma con i voti ottenuti da partiti nelle elezioni regionali del 2017 e nazionali del 2018.

“La Lega 689 voti; l’UDC 645 voti; i Popolari e Autonomisti 1.172 voti. Anche la lista dell’allora Presidente della Regione Musumeci, “Diventerà Bellissima” ha preso un numero complessivo di voti (1.284) minore rispetto al “partito fantasma” dei voti irregolari, soppressi o inventati”

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