Quello dei suicidi tra i poliziotti, ma anche tra gli appartenenti ad altre forze dell’ordine, è un fenomeno in crescita e molto preoccupante.

Poliziotti siracusani suicidi

Negli ultimi mesi, due agenti siracusani si sono tolti la vita, uno, originario di Priolo ma in servizio a Milano, si è sparato un colpo in testa, l’altro, invece, si è impiccato nella sua abitazione dopo una cena con i colleghi. A queste tragedie ne va aggiunta un’altra, quella di un agente di polizia penitenziaria che ha deciso di farla finita usando la sua pistola d’ordinanza.

Il congresso del Mosap

Una tematica delicata che, però, è stata al centro del congresso organizzato dal Mosap, un sindacato di polizia, la cui responsabile per la Sicilia è Fernanda Aronica, assistente capo coordinatore della polizia di Stato, che da anni presta servizio nella Questura di Siracusa.

“Il Mosap per primo ha sollevato e parlato del problema “suicidi in divisa” ed al congresso, tenutosi a Roma, hanno preso parte  psicologi, avvocati e colleghi che hanno toccato la questione da vari punti di vista propri del loro settore” spiega la sindacalista del Mosap a BlogSicilia.

Quali possono essere le cause di questo fenomeno?

“La tipologia di attività svolta è causa di stress per il personale di polizia.  Assistiamo ad episodi cruenti che viviamo in prima persona e che, inevitabilmente incidono, magari non nel momento stesso, ma che nel tempo si sommano e pesano interiormente essendo anche noi esseri umani”.

Che strumenti di prevenzione ci sono?

Il fenomeno dei suicidi in divisa è purtroppo in costante aumento. Bisogna dire che l’amministrazione di tutti i corpi di polizia non prevede, per il personale armato, percorsi adeguati per gestire la problematica.

E cosa accade quando un agente manifesta delle problematiche?

Capita che scattino dei rigidi protocolli, tra cui la sottrazione dell’arma che implica la perdita momentanea, in alcuni casi dello stipendio, o la decurtazione dello stesso, senza contare il finire sotto esame delle Commissioni mediche ospedaliere per il conseguimento della idoneità al servizio, che potrebbe anche scaturire nella perdita del posto di lavoro.

Per questo motivo, si preferisce trincerarsi nel silenzio, temendo per la propria carriera e per il proprio lavoro, con ripercussioni che gravano anche sulla famiglia, rischiando di innescare tragedie proprio come quelle   accadute fino a qualche mese fa qui a Siracusa e periodicamente in tutta Italia, un numero  elevatissimo ultimamente ed occorre individuare una soluzione ottimale.

Che soluzioni ci sono?

Una c’è: avviare dei percorsi, rendendo obbligatori, ma al tempo stesso non pregiudicanti, periodici colloqui con uno specialista esterno all’amministrazione, già in atto da anni nella polizia  di alcuni Stati.

 

 

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