Il sindaco di Avola, Luca Cannata, si è costituito parte civile nel processo di mafia, in corso nell’aula della Corte di Assise di Siracusa, che vede alla sbarra 7 persone accusate di mafia, droga, estorsioni ed armi.

Il sindaco ha presentato denuncia dopo le presunte minacce rivolte su Facebook da Paolo Zuppardo, 43 anni, avolese, indicato dai magistrati della Dda di Catania uno dei personaggi principali del gruppo vicino al clan mafioso Crapula di Avola.

“Ti prometto il giorno che ti dimetti sarai il primo a mandarti in ospedale…e te lo giuro davanti a tutti” si legge nel messaggio di Zuppardo finito nell’ordinanza del gip e relativa all’operazione antimafia denominata Eclipse. Secondo gli inquirenti, l’imputato avrebbe allegato a quel post l’immagine di una pistola “minacciando un grave male ingiusto al sindaco di Avola, Luca Cannata” scrive il giudice per le indagini preliminari.

Alla sbarra, oltre allo stesso Zuppardo, ci sono Monica Campisi, Giuseppe Capozio Junior, Concetta Cavarra, Vincenzo Di Stefano,  Paolo Liotta e Davide Nobile,  difesi dagli avvocati Natale Vaccarisi, Antonino Campisi e Maria Caltabiano.

Il sindaco Luca Cannata non sarebbe stato il solo a ricevere le minacce attraverso i social. Pure il giornalista e vicedirettore dell’Agi, Paolo Borrometi,  avrebbe subito le intemperanze di Zuppardo e nell’ultima udienza il cronista ha confermato tutto ai giudici.

“Dopo la pubblicazione di un mio articolo sulle attività criminali ad Avola, ho ricevuto delle minacce di morte da Paolo Zuppardo” aveva detto Borrometi

L’inchiesta Eclipse ha avuto inizio nel febbraio del 2017 dopo l’esplosione di alcuni colpi di pistola contro un cantiere edile di Avola per la costruzione di una clinica privata.

Ma sul comune di Avola pende una grossa tegola. Nei mesi scorsi, si è insediata la commissione prefettizia per verificare se l’attività dell’amministrazione sia stata influenzata dalla criminalità organizzata. Nelle prossime settimane, si saprà se quei sospetti hanno trovato conferma. Per il momento, sono due i Comuni del Siracusano sciolti per infiltrazioni mafiose: Augusta e Pachino.

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