Tragedia nel carcere di contrada Cavadonna, a Siracusa, dove un giovane detenuto si è impiccato nella sua cella.

La tragedia a Cavadonna

L’episodio è avvenuto nelle ore scorse: sono stati gli agenti della Polizia penitenziaria ad accorgersi della vittima, un gambiano che si trovava nel blocco 50. Lo stesso posto in cui, circa due anni fa, scoppiò un rivolta. Il migrante avrebbe avuto un crollo nervoso, non si comprende se fosse affetto da qualche problema di carattere psichiatrico.

Soccorsi inutili

Quando sono arrivati i soccorsi per il ragazzo non c’era più nulla da fare, è stata, comunque , avviata un’indagine per ricostruire le ultime ore di vita del gambiano. Da verificare se, di recente, avesse avuto dei contrasti, magari con altri detenuti o con il personale della struttura.

Detenuto catanese si toglie la vita

Un altro tragedia si è consumata nella casa circondariale di di Caltagirone, nel Catanese, dove un detenuto catanese si è impiccato. Lo ha reso noto il legale Rita Lucia Faro.

Era in carcere per furto aggravato

L’uomo era imputato di furto aggravato per avere “sottratto un telefonino ed un portafogli poi restituiti ai legittimi proprietari”, aggiunge l’avvocato.

L’uomo in lista di attesa per andare in comunità, era affetto da psicosi

“Il mio assistito – prosegue Faro – era già da tempo in lista d’attesa per essere inserito in una comunità terapeutica assistita in quanto affetto da psicosi in soggetto con disturbo di personalità borderline e abuso di alcolici e per tale ragione presso il carcere di Caltagirone era sottoposto al regime della cosiddetta grande sorveglianza al fine di evitare e prevenire episodi di autolesionismo“.

Esposto per accertare eventuali negligenze

“Ma nonostante il regime di particolare cautela – osserva l’avvocato – il detenuto ha avuto la possibilità di allestire i mezzi per suicidarsi senza che nessuno se ne accorgesse”. Il legale, afferma che i familiari del recluso presenteranno esposto alle Autorità Giudiziarie per “accertare se vi siano state negligenze da parte del personale dell’Istituto penitenziario”.

 

 

 

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