Non ci sono ancora dati ufficiali dell’Istat sui numeri legati al turismo in Sicilia, anche perché la stagione non è conclusa ma tutti gli operatori del settore delineano una situazione preoccupanti. A Siracusa i morsi della flessione si sentono tutti:  gli operatori del settore, tra cui ristoratori ed albergatori, tra quelli che hanno il polso della situazione sulle presenze di visitatori in città, sostengono di aver avuto un calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Cna, “calo del 25%”. Le cause? Caro prezzi e caro voli

“Un calo di presenze turistiche con picchi fino al 25% nel territorio per la stagione in corso” secondo l’analisi della Cna di Siracusa.

L’associazione ha individuato le possibili cause del calo, cioè, la forte concorrenza di altre mete del Mediterraneo, un “caro voli” che non accenna a placarsi, carenze nei servizi e nei collegamenti, l’insufficiente pulizia di alcune aree naturali e un generale aumento dei prezzi legati a rincari di materie prime e servizi. “Questi elementi, sommati, rischiano di erodere l’indiscutibile fascino del patrimonio architettonico e paesaggistico siracusano e dell’intera provincia” spiega Fabio Salonia, presidente di Cna turismo Siracusa.

Finito boom post Covid

“I dati che registriamo ci preoccupano e non vanno sottovalutati, perché toccano un settore che è il motore della nostra economia e del suo vasto indotto”, dichiara Salonia. “Probabilmente, l’effetto ‘boom’ degli ultimi anni, legato anche a particolari condizioni geopolitiche, si sta fisiologicamente esaurendo.

Flessione anche ad Enna

Pure nelle aree interne della Sicilia si registrano cali rispetto al 2024. Un vero paradosso se si pensa che esattamente 12 mesi Enna e tutta la sua provincia, per non parlare dell’area dell’Agrigentino e del Nisseno, stavano vivendo uno dei periodi più bui della loro storia per via di una drammatica emergenza idrica e delle difficoltà di accesso alla città, praticamente isolata a causa dei lavori sugli svincoli della A19. E tanto per non farsi mancare nulla, il Castello di Lombardia, il gioiello di famiglia della comunità ennese,  era al centro di lavori di ristrutturazione. Eppure, la crisi idrica è lontana, lo storico maniero è aperto, l’accesso ad Enna dall’autostrada è garantito ma ci sono meno visitatori.

Un flessione su scala regionale e nazionale

Un dato è comunque chiaro: non è un problema esclusivamente locale. La flessione turistica è generalizzata e riguarda su scala regionale la Sicilia ed in chiave nazionale l’intero paese. I social, tra cui TikTok, sono colmi di operatori del Veneto e dell’Emilia Romagna, che mostrano le loro strutture, soprattutto lidi balneari vuoti, a testimonianza di una criticità diffusa e non solo locale. Per l’analisi, serve compiere un passo indietro, per cui risulta utile leggere i dati dell’Istat nel primo trimestre: sebbene il mese di gennaio sia partito bene, con una crescita in relazione al 2024, a marzo è iniziata la caduta (-3,8% arrivi, -1,5% presenze).

Le cause: inflazione e caro vita. Turisti italiani in frenata

Fondamentale, a questo punto, comprendere le cause e tra queste ce ne è una molto evidente, quella dell’inflazione, per cui il caro vita che porta ad una insicurezza economica, in particolare delle famiglie italiane.  Nelle settimane scorse, ViviEnna si è occupata dell’incredibile caso di una granita con brioche che, in un bar della città, costa oltre le 6 euro ma in altri locali, con scontrino alla mano, si registrano prezzi abbastanza sostenuti.

Scorrendo i numeri dell’Istat del primo trimestre emerge che le presenze dei turisti residenti in Italia sono diminuite dell’1,4% mentre le presenze degli stranieri sono aumentate dello +0,6%, rispetto allo stesso periodo del 2024. Dunque, i visitatori “domestici”, gli italiani insomma, sono in calo e questa per  non è certamente una buona notizia.

Grecia e Spagna più competitive

A questa situazione, si aggiunge la concorrenza delle mete straniere, tra cui Grecia e Spagna, che evidentemente, hanno presentato offerte più competitive, più allettanti rispetto a quelle siciliane ed italiane. Da più parti si invocano nuove strategie per allettare i turisti che, comunque, hanno perso il vizio di farsi spennare.

Pasqua e ponti hanno assorbito la domanda turistica

Secondo l’Osservatorio Astoi di Confindustria Viaggi, possono esserci altre ragioni, perché, in effetti, non esiste una sola causa. Il boom di viaggi durante Pasqua e i lunghi ponti di aprile e maggio hanno spalmato parte della domanda turistica, rendendo l’alta stagione meno intensa rispetto agli anni passati.