Secondo i dati della sezione Turismo ed Eventi di Confindustria, il turismo a Siracusa incide per l’8 per cento del Prodotto interno lordo. Poco, naturalmente, per essere il traino dell’economia locale ma questo dato sarebbe più alto, non esageratamente, se emergessero i profitti delle attività che operano in nero.
E’ il segmento delle strutture alberghiere quello più soggetto al sommerso, in particolare le piccole strutture, Bed and Breakfast e Casa vacanze. Basta andare a verificare il gettito legato alla tassa di soggiorno: secondo una fonte autorevole del Comune di Siracusa, “l’incasso annuo si aggira tra 1,2 e 1,4 milioni di euro“. Pochi rispetto alle mole di visitatori che, ogni anno, scelgono di trascorrere una vacanza o un breve soggiorno a Siracusa.
Come agiscono gli evasori
A pagare sono sempre gli stessi, cioè aziende strutturate. “Il Comune incassa i soldi dagli alberghi, villaggi turistici, camping, da qualche Bed and Breakfast e Casa vacanze. Il problema si pone per coloro, ormai tanti, che vanno avanti con le cosiddette locazioni brevi. Alcuni hanno addirittura dei siti, “ma ormai hanno deciso di sparire dalle piattaforme, trovando altri stratagemmi, tra cui mediatori di dubbia legalità”.
I controlli che mancano
Eppure, le strutture in nero sono sotto gli occhi di tutti, basta farsi un giro, magari in Ortigia, la meta più gettonata dai turisti, bussare alla porta e chiedere la documentazione per verificare se tutto è in regola. “Manca il personale – spiegano dal Comune di Siracusa – non abbiamo risorse umani tali da poter pianificare dei controlli capillari come questo”.
L’allarme del sindacato
Il tema delle attività alberghiere in nero è stato sollevato dalla segretaria della Cgil di Siracusa, Vera Carasi, nell’inchiesta sul lavoro nella striscia di approfondimento Sulle strade di Siracusa. “In realtà, attorno a questo settore si sta creando una occupazione molto precaria per via della proliferazione di b&b e casa vacanze: molte di queste strutture sfuggono ai controlli. “In questi contesti – dice Carasi – è difficile regolamentare i lavoratori con contratti”.
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